“La morte è forte, ma la vita è più forte. Più forte del buio, è la luce; più forte del male, è la giustizia… ” (Phillips Brooks)
“La morte non è niente.
Sono solamente passato dall’altra parte:
è come fossi nascosto nella stanza accanto.
Io sono sempre io e tu sei sempre tu….Non sono lontano, sono dall’altra parte, proprio dietro l’angolo”.
Queste parole di Henry Scott Holland mi hanno accompagnato, in modo consolatorio, ogni volta che perdevo qualcuno che mi era caro e la sensazione era pari ad un’amputazione dell’anima. Con questa frase ho cercato di stare vicino a chi stava provando il mio stesso dolore. Ma, ora, a 51 anni, dopo tante delusioni ed ingiustizie, faccio fatica a pensare che sia proprio così. Non c’è una stanza accanto, non c’è un angolo alla fine della strada. C’è la fine e basta. Faccio fatica a ritrovare nella morte la speranza di un’eternità. La morte è la fine. E basta.
La fine del corpo, ma non so se l’anima sia immortale. Anzi penso proprio di no. Penso che finisca semplicemente tutto. Che non possa esserci un nuovo inizio altrove, ma solo, qui, una fine. La morte è sempre ingiusta. Ma per qualcuno lo è ancora di più. La vita è ingiusta con tanti che implorano la morte e non riescono ad ottenerla. La vita e la morte, due facce della stessa, spesso, inutile, medaglia, in cui ci specchiamo, ogni giorno impotenti, non sapendo quale sarà il lato su cui si proietterà il nostro domani.