Una importante limitazione di ogni indagine effettuata in ambito criminologico è legata al fatto che i dati utilizzati sono relativi ai reati denunciati dalla polizia o dai privati alla magistratura, ai procedimenti penali istruiti, alle sentenze di condanna, alle popolazioni delle carceri e, comunque, ai dati relativi ai criminali o crimini identificati: emergono cioè da fonti che non si possono ritenere rappresentative dell’intera criminalità poiché esprimono solo la quantità e qualità di quei delitti che si sono individuati. Invece, il numero dei delitti che vengono quotidianamente consumati è in genere superiore a quello che emerge alla superficie: così, la visione della realtà criminosa risulta deformata, se riferita solo ai dati ufficiali senza prendere in considerazione anche quelli relativi alla criminalità sconosciuta. A ciò fanno riferimento gli studi sul numero oscuro (dark number).
Le ragioni che rendono conto del divario fra criminalità nota e criminalità reale sono tante: alcune attengono ai fatti delittuosi, altre al tipo di autori, altre ancora a particolari situazioni che riguardano le vittime.
L’indice di occultamento (cioè il rapporto reati noti e reati commessi) varia in modo considerevole per le differenti specie di delitti: il numero degli omicidi volontari commessi è molto vicino a quello noto; le truffe note sono notevolmente inferiori a quelle attuate dato che non tutte le vittime denunciano il reato subito.
Al numero oscuro relativo al mancato accertamento dei reati, si aggiunge poi il problema della non identificazione dell’autore dei reati pur accertati.
Il numero oscuro non è dunque da riferirsi solo ai fatti delittuosi che rimangono del tutto ignorati e che non mettono nemmeno in moto le strutture deputate alla loro repressione e punizione, ma comprende anche quei delitti ufficialmente noti e dei quali non si è scoperto l’autore.
L’indice di occultamento, quindi, è sempre negativo a causa della insormontabile sproporzione fra i fatti-reato e l’impossibilità delle strutture a ciò deputate di perseguirli tutti e di identificarne tutti gli autori.
E’ da considerare che non tutti i delitti vengono denunziati dalle vittime (o dai testimoni) e non tutti vengono perciò a conoscenza delle autorità: anche l’atteggiamento della vittima, dunque, gioca un ruolo determinante sul numero oscuro.
Dobbiamo pensare che vi sono certi delitti, fra cui tipici sono quelli di aggressione sessuale, per i quali la vittima preferisce lasciare impunito l’autore piuttosto che dare notorietà al fatto, oppure, come per il racket, per il quale la persona offesa tace per timore di ritorsioni o vendette. Vi sono poi dei reati che non vengono denunciati in quanto la vittima ritiene che sprecherebbe il suo tempo per una denuncia che non porterebbe comunque a nulla.
Gli organi di polizia e la magistratura inquirente hanno, per loro finalità, non solo il compito di identificare gli autori dei fatti denunciati o comunque conosciuti ma anche quello di prendere l’iniziativa andando a ricercare fatti delittuosi non ancora divenuti noti. Nella realtà, le iniziative di indagine si rivolgono invece in modo selettivo verso certi settori di delittuosità piuttosto che verso altri, a seconda di ciò che, in un dato momento, per le diverse esigenze e contingenze, o per l’allarme sociale suscita in maggiore o minore misura da certi comportamenti, viene ritenuto essere più utile, opportuno e importante da reprimere, trascurando conseguentemente, e perciò di fatto tollerando, altre condotte.
Il privilegiare l’uno o l’altro settore è sempre questione di necessità contingenti e/o di scelta e ciò comporta, inevitabilmente, un aumento dei comportamenti delittuosi in ambiti determinati in quanto ritenuti dai delinquenti “meno rischiosi”. Come l’indifferenza riservata ai delitti di natura finanziaria ed imprenditoriale.
Interferisce sull’entità del numero oscuro anche la qualità dell’autore del reato: a parità di condotta delittuosa, per esempio, l’autore di un piccolo furto non verrà denunciato qualora si tratti di un ragazzo di buona famiglia e questo perché intervengono pressioni oppure considerazioni di opportunità che possono favorire maggior tolleranza nei suoi confronti. Una inferiore esposizione al rischio di denuncia si realizza anche, ovviamente entro certi limiti, nei confronti di minorenni o qualora il colpevole rivesta posizioni di prestigio sociale, sia un personaggio noto o molto ricco.