I Serial Killer: particolarità criminologiche e varianti

A partire dagli anni cinquanta del secolo scorso è iniziato lo studio dei serial killers, anche se essi non erano ancora conosciuti con questa definizione.
Fu il criminologo James Reinhart in un suo studio pubblicato nel 1957 (Sex perversion and sex crimes) a definire chain killers coloro i quali uccidevano lasciando una scia, appunto “una catena”, di omicidi.
Nove anni dopo, nel 1966 lo studioso inglese John Brophy connotò il fenomeno con il termine di serial murderers (omicidi seriale).
Tuttavia, a svolta avvenne con gli studi del profiler dell’FBI, Robert Ressler il quale raccolse in un suo famoso libro di memorie dal titolo Whoever Fights Monster tutti gli studi che aveva compiuto catturando alcuni fra i peggiori omicidi seriali degli Stati Uniti, in un’attività pluriventennale.
Da allora prese inizio l’uso di definire gli assassini in questione come serial killers.
Fu lo stesso Ressler con l’ausilio del collega John Douglas e della psichiatra Ann Burgess a redigere l’importantissimo volume sui crimini violenti, in generale, dal titolo Crime Classification Manual .
In questa classificazione la tassonomia era realizzata sulla base del movente.
Nell’ambito dell’azione criminale degli omicidi seriali, esistono i seguenti elementi caratterizzanti che sono:

– Forensic awareness
– Criminal staging
– Undoing
– Firma o signature.
Per quanto concerne il primo elemento, non esiste una traduzione precisa in italiano. Tuttavia con tale espressione si intende una serie di accorgimenti che il serial killer pone in essere per sfuggire all’identificazione ed alla conseguente cattura.
La forensic awareness è un comportamento appreso e che tende a modificarsi nel tempo, divenendo sempre più sofisticato ed accurato.
Riguardo, invece, al criminal staging, più semplicemente definito staging, si fa riferimento al camuffamento intenzionale della scena del crimine, che viene deliberatamente alterata, solitamente allo scopo di depistare le indagini.
L’undoing (traducibile con il verbo italiano annullare) si riferisce a tutti i comportamenti posti in essere dal serial killer sulla scena del crimine, attribuibile secondo alcuni ad una sorta di rimorso dell’omicida, che cerca di ricomporre il corpo della vittima e di restituire alla stessa una dignità post mortem . Secondo altri sarebbe una sorta di opera d’arte, così da apparire più bravo ai soccorritori. Essendo soggetti sociopatici, è difficile che provino rimorso.
La firma o signature è una sorta di personalizzazione del crimine da parte del serial killer e risponde ad una necessità psicologica ed interiore dello stesso. Tale specifica azione si ripresenterà con le stesse caratteristiche ed allo stesso modo negli omicidi successivi.
E’ un comportamento, tuttavia, non indispensabile per la commissione dell’omicidio.
Inconsciamente rappresenta una sorta di sfida agli investigatori.
Molte volte si parla a proposito dei serial killers di soggetti psicopatici.
Ma che cosa si intende per psicopatia, termine usato per la prima volta dallo studioso Koch nel 1891?
In linea generale si fa riferimento ad una struttura idiosincrasica di personalità produttrice di sofferenza per sé e per gli altri.
Nel dettaglio, le caratteristiche personologiche del soggetto psicopatico (oggi sociopatico) furono individuate ed esplicitate per la prima volta, in modo organico, dallo studioso Hervey M.Cleckley nel 1976 in un suo importantissimo volume dal titolo “The Mask of sanity”.
Esse sono:

-intelligenza;
-razionalità;
-tranquillità;
-inaffidabilità;
-insicerità;
-assenza di vergogna e di rimorso per le proprie azioni;
-scarse capacità critiche e di giudizio;
-incapacità di provare sentimenti (soprattutto di amicizia e di amore);
-freddezza emotiva,
-scarsa capacità di introspezione;
-indifferenza nei confronti della fiducia e della gentilezza degli altri verso di sé;
-iperreattività agli effetti dell’alcool;
-tendenze suicidarie;
-relazioni sessuali spersonalizzate;
-incapacità di programmi a lungo termine;
-comportamenti antisociali immotivati.

Il massimo studioso della personalità psicopatica è lo studioso Robert Hare, autore di un saggio edito nel 1990 dal titolo significativo ed emblematico “Without Conscience”.

FBI nel 1979 ha classificato gli omicidi multipli:

– Assassini di massa o mass murderers
Soggetti che uccidono con modalità omicidiaria contestuale più vittime nello stesso luogo e nello stesso evento omicidiario;

– Assassini in stato di coscienza alterata o spree-killers (assassini compulsivi)
Uccisione di due o più persone in preda ad un “raptus omicida” in un lasso
di tempo molto breve (48-72 ore) in luoghi differenti ma contigui, in un
unico evento omicidiario ;

– Assassini seriali o serial-killers
Aggressori con almeno tre omicidi (anche due) in occasioni diverse,
intervallati da un periodo di raffreddamento emotivo (cooling-off period)
che può durare giorni, settimane, mesi e anche anni, ma che progressivamente si restringe nel tempo (Douglas – Olschaker)
C’è sempre o quasi una componente sessuale, che può essere palese o meno.
Tendenzialmente possono uccidere all’infinito, con una ripetitività omicidiaria.
Non si fermano ma possono solo essere fermati ed hanno bisogno di uccidere con modalità sempre più ravvicinate. Nel crollo psicotico più totale possono arrivare ad uccidere più persone in poche ore. La Tassonomia tradizionale prevede che ci siano almeno tre vittime, ma la letteratura internazionale dissente da questa impostazione, ritenendo che non è tanto importante la natura delle vittime, quanto la natura dell’azione. Oggi si parla di attitudine omicidiaria seriale.

TIPOLOGIE DI SERIAL KILLERS

Visionario (visionary type):
soggetto che compie i suoi omicidi in esecuzione delle cosiddette “allucinazioni di comando” (voci,visioni);
Missionario (mission oriented type):
soggetto che uccide in quanto convinto di avere una missione di vario tipo, si sente in dovere di ripulire il mondo dalle prostitute, dagli spacciatori, dai tossicodipendenti, da tutti coloro che non meritano di vivere. Alcuni di questi sono gli “angeli della morte”. Anche in questo caso si tratta di soggetti affetti da gravi problematiche psichiche.
Edonista (hedonistic killer):
soggetto che compie i suoi delitti per puro piacere;
Orientato al controllo del potere (power control oriented type of killer):
soggetto che uccide per avere il totale controllo su una persona, soprattutto di vita e di morte; si sente una divinità.
Lussurioso (Lust killer):
soggetto che uccide perché in preda a profondi e frustranti conflitti interiori tenta di attenuarli con l’omicidio di tipo ossessivo-compulsivo, talvolta ritualistico, ricavandone profonda gratificazione sessuale. Sono i peggiori, i sadici sessuali. Questi non sono interessati tanto all’evento “morte”, quanto a ciò che lo precede. La morte è solo un evento collaterale, più dura l’agonia più è prolungato il loro piacere.
Sono da considerare tre elementi:

1. Il modus operandi: ogni serial killer ha modalità ben precise che nel tempo, però, si modificano.
2. Vittimologia: ogni serial killer sceglie le vittime in base a categorie e canoni anche estetici
3. Firma: è la personalizzazione del delitto. l’assassino ritiene di aver compiuto un’opera d’arte e la firma. Non tutti, però, si sentono artisti e dunque non tutti firmano.
Un particolare è il Sadistic Overkilling, che oltre all’uccisione, oltre alla necessità omicidiaria, mostra anche l’accanimento esasperato sulla vittima, prima, durante o dopo l’omicidio.

PROFILO CRIMINOLOGICO GENERALE DEI SERIAL-KILLERS

-la maggior parte dei serial-killers è di sesso maschile;
– bianco;
– età dai 25 a 35 anni;
– intelligente;
– attraente;
– carismatico;

L’assassino seriale può essere organizzato e disorganizzato
quindi anche la scena del crimine è organizzata o disorganizzata, ma anche mista.
Il serial killer tipico di solito è solitario.
Il serial killer atipico può agire in coppia (team killer).
Il tipico può essere organizzato e disorganizzato. Ha una modalità quasi sempre sessuale ed è facilmente riconosciuto dagli inquirenti. Di solito ha un contatto diretto con la vittima, ad esempio la strangola.
L’atipico può agire anche a distanza e può anche essere una donna. E’ sempre organizzato.

CARATTERISTICHE PSICOLOGICHE DELL’ASSASSINO ORGANIZZATO

a) Intelligenza superiore alla media;

b) Socialmente adeguato;

c) Buone capacità lavorative;

d) Sessualmente adeguato;

e) Buon livello sociale;

f) Padre con lavoro stabile;
g) Buona disciplina scolastica;
h) Comportamento controllato durante il delitto;
i) Scarso stress nell’esecuzione omicidiaria;
l) Vive con partner;
m) Mobile con autovettura in buone condizioni;
n) Segue i mass-media per le notizie che lo riguardano;
o) Attitudine ed adattamento a cambiare lavoro e città.

CARATTERISTICHE PSICOLOGICHE DELL’ASSASSINO DISORGANIZZATO

a) Intelligenza inferiore alla media;
b) Socialmente inadeguato;
c) Svolge lavori di basso livello;
d) Sessualmente inadeguato;
e) Di bassa estrazione sociale;
f) Padre con lavoro instabile;
g) Indisciplina scolastica;
h) Comportamento ansioso durante l’esecuzione del delitto;
i) Stress situazionale;
l) Vive isolato;
m) Vive o lavora nei pressi della scena del crimine;
n) Non è interessato ai mass-media che parlano dei suoi delitti;
o) Non cambia lavoro o città.

DIVERSITA’ COMPORTAMENTALI sono state descritte da Gerbert e Turco, nel 1997.
Assassino organizzato
Delitto pianificato;
Vittima estranea alla sua sfera esistenziale;
Personalizzazione della vittima;
Abili capacità discorsive;
Scena del crimine in ordine;
Ricerca di vittime plagiabili;
Usa mezzi coercitivi;
Compie atti aggressivi prima della morte;
Occulta il cadavere;
Non abbandona l’arma del delitto;
Rimuove il corpo della vittima;
Generalmente non vi è presenza di overkilling;

Assassino disorganizzato
Delitto non pianificato;
Vittima conosciuta;
Depersonalizzazione della vittima;
Scarse abilità discorsive;
Scena del crimine disordinata;
Aggressione improvvisa della vittima;
Scarso uso di mezzi coercitivi;
Attività sessuali sul cadavere;
Corpo della vittima in vista;
Abbandona l’arma sulla scena del crimine;
Talvolta overkilling.

FASI DELLA PSICO-CRIMINODINAMICA DEL SERIAL-KILLER (Norris, 1988)

Fase AURORALE, o dell’insorgenza del desiderio omicidiario. Il s.k. si ritira, si isola. Avverte il desiderio di dolore e di sofferenza. Pregusta il piacere perverso di ciò che farà. E’ il momento della preparazione.
Fase di PUNTAMENTO, o scelta della vittima, come aggredirla e dove
Fase della SEDUZIONE, l’assassino cerca di creare un rapporto amichevole con la vittima.
Fase della CATTURA;
Fase OMICIDIARIA;
Fase TOTEMICA, asportazione di parti del corpo od oggetti della vittima.
Fase DEPRESSIVA, il criminale seriale crolla e si scaricano le energie psicofisiche.
Fase del RAFFREDDAMENTO EMOTIVO.
Non tutti attraversano tutte le fasi: il disorganizzato non sa sedurre e non tutti asportano parti del corpo.

CARATTERISTICHE DEI SERIAL-KILLERS SECONDO L’FBI

Comportamenti ritualistici
Parvenza di normalità;
Compulsività;
Periodica ricerca di aiuto;
Gravi disturbi mnesici ed incapacità di dire la verità;
Tendenze suicidiarie;
Precedenti di aggressione;
Ipersessualità e anormale comportamento sessuale;
Lesione al momento del parto; traumi cranici;
Uso di stupefacenti o abuso di sostanze alcoliche;
Genitori con storia di tossicodipendenza o alcoolismo;
Esperienze infantili di abuso fisico o mentale;
Frutto di una gravidanza non voluta;
Nascita a termine di una gestazione difficile;
Infanzia difficile;
Crudeltà verso gli animali;
Piromania senza interesse omicidiario;
Sintomi di danni neurologici;
Segni di alterazioni genetiche;
Sintomi di natura biochimica;
Vissuti di impotenza e di inadeguatezza;

Da un punto di vista della imputabilità, il soggetto con disturbo di personalità, in assenza di segni di una “reazione abnorme” (decompensazione psicotica), è imputabile in quanto consapevole del proprio atto e con una normale autonomia volitiva.
Pertanto i serial-killers, i quali sono affetti generalmente soltanto da disturbi di personalità, sono perfettamente capaci di intendere e di volere e conseguentemente imputabili. O, tutt’al più, sono parzialmente capaci

Una RECENTISSIMA CLASSIFICAZIONE DEI SERIAL-KILLERS ELABORATA DALL’FBI ED AGGIORNATA DA DIVERSI STUDIOSI CON VERSIONE DEFINITIVA DEL 2005 distingue:

A) SERIAL-KILLER VISIONARIO;
B) SERIAL-KILLER MISSIONARIO
– missionario con compiti di protezione sociale (es. uccide spacciatori);
– missionario pseudo-religioso (es. uccide peccatori);
– missionario pseudo-politico (es. uccide corrotti);
– missionario pseudo-culturale (es.uccide soggetti di diverse culture);
– missionario razziale (es. uccide neri, meticci, soggetti di etnie diverse);
– missionario sessuologico-moralista (es. uccide prostitute, omosessuali,
tossicodipendenti, frequentatori di prostitute);
– missionario dell’ordine sociale (es. uccide tutti coloro che, a suo giudizio,
possono minare l’ordine costituito come immigrati);
C) SERIAL-KILLER EDONISTA:
D) SERIAL-KILLER DEL CONTROLLO DEL POTERE;
E) SERIAL-KILLER LUSSURIOSO;
Varianti atipiche sono:
F) SERIAL-KILLER DEL RITUALISMO SETTARIO;
Purificatore
Ingraziante la divinità
Propiziatore di controllo sulla vita e sulla morte
Orgiastico
Ringraziante la divinità
Approvvigionamento di materiale umano da utilizzare a scopo rituale
G) SERIAL-KILLER SADICO MAFIOSO;
H) SERIAL-KILLER SADICO DI GUERRA;

Varianti atipiche miste

I) SERIAL SPREE-KILLER;
J) SERIAL BOMBER;
K) SERIAL ARSON; (PIROMANE SERIALE)
L) ART SERIAL-KILLER; (AGGRESSORE SERIALE DI OPERE D’ARTE)

COMPONENTI PSICOCRIMINODINAMICHE DEI SERIAL-KILLERS ELABORATE DALL’FBI ED AGGIORNATE DA VARI STUDIOSI SONO:

Timore di perdere la stima di sé;
Profonde aspirazioni narcisistiche;
Pesanti frustrazioni subite;
Estrinsecazione della volontà di potenza compensatoria (il cosiddetto “se grandioso patologico”);
Narcisismo maligno;
Abnormi timori abbandonici;
Presenza di razionalità in luogo di emozionalità;
Comunicazione fredda, asettica e non emozionale;
Fantasie di controllo, potere e totale dominio sulla vittima;
Fantasie di sesso-violenza alimentate da film o riviste in cui vi è correlazione fra sesso e violenza e preferenza per le attività autoerotiche;
Fantasie di squartamento, necrofilia e cannibalismo;
Desiderio di trattenere con sé il cadavere della vittima o parte di essa;
Compromessa identificazione con il proprio sesso;
Deformazione della capacità di provare sentimenti amorosi;
Indifferenza per la propria vita;
Indifferenza verso la vita altrui;
Impulsività;
Ostilità e tendenza alla menzogna;
Aggressività ed incapacità di adeguarsi alle norme sociali;
Comportamento ossessivo-compulsivo;
Ricerca di vittime fisicamente attraenti e con scarse capacità di resistenza fisica;
Assenza di rimorsi;
Senso di gratificazione dalla pubblicità fornita loro dal ritrovamento dei corpi delle loro vittime e dalla “mitizzazione” prodotta dai mass-media nei loro confronti;
Dichiarata tendenza alla recidiva.

DISTURBI PSICHIATRICI CHE POSSONO ESSERE PRESENTI NEI SERIAL-KILLERS E CHE DEBBONO ESSERE EVIDENZIATI NELLE PERIZIE AI FINI DEL RICONOSCIMENTO DELL’EVENTUALE INFERMITA’ MENTALE (TOTALE O PARZIALE) (De Pasquali, 2001)

DISTURBI MENTALI SU BASE ORGANICA

Sindrome del lobo frontale;
Disturbi correlati all’assunzione di sostanze o all’AIDS;
Psicosi organiche;

DISTURBI MENTALI DELL’ETA’ EVOLUTIVA
Ritardo mentale;
Disturbo della condotta;

PSICOSI

Schizofrenia;
Disturbo delirante (Paranoia);
Disturbo paranoico condiviso (folie à deux);

PARAFILIE ( o Perversioni sessuali)

Sadismo sessuale;
Pedofilia maligna;
Necrofilia;
Altre parafilie;

DISTURBI DI PERSONALITA’

DISTURBI DEL CONTROLLO DEGLI IMPULSI
Disturbo esplosivo intermittente;
Piromania;
ALTRI DISTURBI PSICHIATRICI
Disturbo ossessivo-compulsivo;
Disturbo dissociativo dell’identità (Personalità multipla);
Ai fini della perizia psichiatrica fondamentali sono le “FUNZIONI DELL’IO”,
in relazione ed in funzione della valutazione della commissione dell’atto
ossia, FUNZIONI COGNITIVE
vale a dire la percezione obiettiva e precisa della situazione endogena o esogena relativa al soggetto;
FUNZIONI ORGANIZZATIVE
vale a dire l’analisi, la comprensione e le attribuzioni di significato allo stimolo;
FUNZIONI PREVISIONALI
vale a dire la progettazione, previsione e valutazione delle possibili conseguenze delle azioni;
FUNZIONI DECISIONALI
vale a dire la scelta volontaria di adeguamento, evitamento o rifiuto nei confronti della situazione;
FUNZIONI ESECUTIVE
vale a dire l’emissione della risposta scelta in funzione dell’obiettivo preposto in quella situazione relazionale.

Una variante è il Cannibalismo:

Cannibalismo guerriero
Si verifica quando, al termine di una battaglia, viene celebrato un pasto rituale durante il quale ci si ciba delle carni dei nemici catturati e uccisi.
Il significato psicologico è quello di introiettare la forza e le virtù del nemico per farle diventare proprie.
Cannibalismo religioso
Si sacrifica una vittima allo scopo di ingraziarsi una qualche divinità o pensando di poter acquisire le virtù stesse del defunto, se si ritiene che questi sia una persona particolarmente meritevole.
Cannibalismo “per giustizia”
In particolari regimi dittatoriali e sanguinari, i nemici della classe al potere vengono giustiziati ed usati come cibo; spesso in cerimonie collettive (es. eucarestia comunista nella Cina maoista).
Cannibalismo “per sopravvivenza”
Ci si ciba di carne umana in condizioni di feroci carestie o in caso di gravissimi disastri collettivi.
Cannibalismo “per gusto”
E’ tipico dei serial killers antropofagi, i quali si nutrono di carne umana ritenendola appetitosa. Quasi sempre è epifenomeno di gravissime patologie psichiatriche.
Cannibalismo “per vendetta”
Si uccide la vittima e la si divora per una forma estrema di vendetta nei confronti di un odiato nemico. In questo modo chi lo fa crede di annientare completamente l’individuo.
Cannibalismo psicotico
Il soggetto uccide e divora un altro individuo, in base alle cosiddette “allucinazioni di comando”. Naturalmente, si tratta di individui affetti da gravissime patologie psichiatriche con presenza di delirio.
Cannibalismo amoroso
Contesto di pseudo-sentimento amoroso strutturato in modo patologico, a causa del quale un individuo uccide e divora la persona che ama follemente.
E’ un modo di introiettare l’oggetto del desiderio amoroso frutto di uno stato psicotico.
Altre modalità ” mostruose” sono: il vampirismo, la necrofilia, la necromania, la necrofagia.
I trofei sono di diverso tipo: si possono asportare i seni, i genitali ( perché spesso sono impotenti), la testa ( oltre che per modalità totemiche, anche per pratiche autoerotiche)
Il Lussurioso infligge torture e violenze, l’omicidio è collaterale. L’edonista ha come obiettivo il piacere non la tortura.
I SERIAL-KILLERS DONNE secondo Kelleher & Kelleher, 1998 sarebbero distinguibili in tipologie criminologiche
Caratteristiche generali comuni a tutte le tipologie
Età media del primo omicidio: 20-25 anni circa;
Numero medio delle vittime: da 10 a 15;
Durata media della serialità omicidiaria: 1 o 2 anni.
1) VEDOVA NERA
Si definisce in tal modo il serial killer di sesso femminile che uccide sistematicamente i propri partners con i quali intrattiene una relazione
sentimentale.
Talvolta la serie omicidiaria presenta anche alcune vittime “casuali”.
Si tratta di un soggetto intelligente, estremamente organizzato, metodico ed
accurato, con fortissime capacità seduttive e manipolatorie.
Prevalentemente, il movente è di tipo economico; talvolta anche di tipo delirante
erotomanico.
Statisticamente, l’età media nella quale inizia ad uccidere è fra i 30 ed i 40 anni.
La sua arma preferita è il veleno.
Le statistiche americane evidenziano un numero medio di vittime fra le 6 e le 8;
quelle europee fra le 13 e le 21.

2) ANGELO DELLA MORTE, tipologia che può essere anche di sesso maschile
Viene definito in tal modo il serial killer di sesso femminile che uccide con
modalità seriali le persone affidate alla sua cure.
Il movente principale è quello di esercitare il controllo assoluto sulla vita e sulla
morte del soggetto che assiste, in via diretta, e sull’intero genere umano in via
mediata. Questi soggetti adducono sempre come pseudo-movente l’intento
compassionevole di alleviare le sofferenze di malati gravi o pazienti in fase
terminale di una malattia, fortemente sofferenti.
I contesti preferenziali dove operano questi s.k. sono ospedali, case di cura, case di
riposo, strutture per lungodegenti e similari. Per la facilità nella commissione dell’omicidio, agevolata dalla loro posizione, il numero è altissimo, con una marcata componente di dark number.
Questi individui sono fra i più prolifici omicidi seriali, non solo di sesso femminile,
ma in assoluto, con numero potenziale di vittime (è quasi impossibile accertare
quello esatto) che può superare le centinaia.Si tratta di soggetti molto intelligenti ed estremamente mobili che cambiano sovente struttura e zona di lavoro.

3) PREDATRICE SESSUALE
Tipologia di difficile riscontro nell’universo seriale femminile.
Si tratta di un soggetto solitario che sceglie quasi sempre vittime di sesso maschile
e gli omicidi sono connotati da una forte componente sadica.
E’ una tipologia omicidiaria seriale riscontrata negli ultimi decenni ed ancora in
fase di studio e di approfondimento.
I casi sono pochi ma eclatanti (es. Ailen Wuornos)
Questa categoria di omicidio seriale femminile è quella che più si avvicina, fra
tutte, all’omicidio seriale maschile.
4) VENDICATRICE
La presente categoria di assassine seriali, anche essa abbastanza rara, uccide per
motivi di vendetta o di gelosia. Quasi sempre si tratta di vittime appartenenti al
nucleo familiare.
Il movente è un profondo, antico ed abnorme senso di abbandono e/o di rivalsa.
Sovente questa s.k. uccide i propri figli per vendicarsi di un marito che l’ha tradita
o che considera inadeguato ed inappropriato a sé.
Come la VEDOVA NERA uccide con le stesse modalità omicidiarie
(strangolamento, soffocamento, veleno), tuttavia a causa della rabbia che la
pervade da lungo tempo non è accorta, né accurata negli omicidi, presentando
forti elementi di disorganizzazione.
Statisticamente, uccide tre o quattro individui in un periodo medio di due anni.
5) ASSASSINA PER PROFITTO
Tipologia di omicida seriale femminile che uccide esclusivamente per un
tornaconto economico.
E’ una s.k. estremamente lucido ed organizzato, che pianifica ogni dettaglio,
caratteristica questa che la rende difficile da individuare e catturare.
Ha delle straordinarie capacità manipolatorie con una marcata componente di
spersonalizzazione della vittima, vista e considerata solo come una fonte di utilità economica.
L’età media di inizio della serie omicidiaria è di circa 25-30 anni.
Il numero delle vittime può essere molto elevato.

6) ASSASSINA DI GRUPPO
Figura di omicida seriale femminile che uccide nell’ambito di una coppia o
addirittura di un gruppo.
Si tratta di personalità molto deboli succubi di individui con notevoli capacità di
seduzione in senso lato.
In questi omicidi è presente una spiccata componente sessuale nella donna.
Il suo ruolo è spesso ausiliario e di supporto dal momento che compie attività di adescamento, copertura ed ospitalità della vittima. (es. Paul Bernardo- Karla
Homolka).

Statisticamente si tratta in prevalenza di coppie uomo-donna, eccezionalmente
anche donna-donna.
Si badi bene che non sempre in questi contesti la spinta omicidiaria è da ricercare nella perversione sessuale, dal momento che talvolta vi può essere anche una componente economica.
In tutti i casi, si riscontra sempre la presenza (di solito un uomo) di un individuo
dominante.

7) ASSASSINA PSICOTICA
Serial killer di sesso femminile affetta da psicosi che uccide in risposta ad una
psicopatologia di tipo delirante.
Uccide in maniera casuale ed approssimativa, a causa della psicopatologia che la pervade ed è quindi estremamente disorganizzata.
Questo fa sì che il numero delle vittime non sia eccessivamente alto e che venga
facilmente individuata e catturata.
A causa della grave malattia mentale dalla quale è affetta, gli omicidi possono
presentare marcati segni di mostruosità (es. Leonarda Cianciulli).

PRINCIPALI ELEMENTI COMPORTAMENTALI DELLA DONNA SERIAL KILLER sono:

-Molto presto (7/8 anni) episodi di zoosadismo;
-Il M.O. per l’uccisione dell’animale sarà lo stesso per gli esseri umani;
-Difficoltà di comunicazione e conseguente isolamento;
– Spesso trascrive i delitti su un diario;
– Presenza di disturbi del sonno e sonnambulismo;
– Comportamenti trasgressivi presenti in età precoce (alcool, fumo, droghe);
-Sessualità abnorme, precoce e promiscua;
-Episodi di molestie sessuali su bambini già intorno ai 12-13 anni

DIVERSITA’ FRA CARATTERISTICHE DI PERSONALITA’ E COMPORTAMENTALI DEL SERIAL KILLER UOMO E SERIAL KILLER DONNA

Serial killer uomo
In genere commette il primo omicidio fra i 20 ed i 30 anni;
Il tempo medio prima di essere scoperto è di circa 4 anni;
Uccide, prevalentemente, sconosciuti (per la maggior parte donne);
Prova piacere nel ridurre all’impotenza le sue vittime;
Ha un atteggiamento predatorio;
Usa armi che gli consentono un contatto diretto con le vittime;
Spesso la scelta dell’arma per lui ha un alto valore simbolico;
Prova piacere nel manipolare in vari modi il cadavere;
Ha precedenti di comportamenti violenti nell’adolescenza;
Ha avuto una sessualità scarsa o nulla nel periodo evolutivo.
Il movente è quasi sempre frutto della sociopatia e sovente a sfondo sessuale.

Serial killer donna

Compie il primo omicidio fra i 30 ed i 40 anni;
Il tempo medio prima di essere scoperta è di circa 8 anni;
Predilige l’uccisione di soggetti conosciuti (molte volte parenti);
Sceglie indifferentemente vittime di sesso maschile e femminile;
La sua azione è rivolta verso soggetti indifesi (bambini, anziani, malati);
Usa armi che non necessitano di un contatto fisico con le vittime (veleno);
L’arma usata non ha nessun significato simbolico se non di opportunità;
Non ha atteggiamenti di manipolazione nei confronti del cadavere;
Presenza di comportamenti inappropriati durante l’adolescenza;
Ha avuto una sessualità precoce e promiscua durante il periodo evolutivo.
Il movente non è quasi mai legato al sesso e spesso è di tipo opportunistico.

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