Il Silenzio degli Innocenti

In ambito peritale non è facile ascoltare un minore come testimone e non è facile valutare la sua idoneità a testimoniare.
Le competenze cognitive necessarie a rendere testimonianza ( sotto i 7 anni) risiedono, fondamentalmente, nella memoria autobiografica, ossia nel raccontare un evento vissuto in prima persona, che, al di sotto dei 5 anni è ridotta.
Non è infatti semplice la discriminazione tra eventi veri ed eventi falsi ma verosimili ed allora una metodica può essere quella di andare ad indagare altre situazioni accadute in quel periodo ed effettuare una comparazione con esse, concernente la qualità, la quantità e la capacità a riferire.
Il self-monitoring è il sapersi raccontare, riconoscere i propri vissuti emotivi, cognitivi, e la capacità di identificare la sorgente dell’informazione, ad es. riuscire a discernere “l’ho sentito io direttamente” da “me lo ha detto la mamma”. Questo è fondamentale in quanto a 6 anni i bambini hanno difficoltà nel distinguere fra azioni veramente intraprese ed azioni immaginate.
La resistenza alla suggestionabilità è quella condizione per cui non c’è resistenza, o essa è scarsa, ad affermare quanto suggerito, la tendenza a rispondere si o no in base a quanto si aspetta l’intervistatore. A tale proposito è possibile valutare se il soggetto è suggestionabile attraverso questi strumenti: il Gudjonsson suggestibility scale( GSS) e il Bonn test of statement suggestibility( BTSS).

Proficuo è l’uso dell’indagine psicologica che concerne due aspetti fondamentali: 1. l’attitudine del bambino a testimoniare sotto il profilo intellettivo ed affettivo, quindi l’accertamento della sua capacità a recepire le informazioni, a raccordarle con altre, a ricordarle ed esprimerle in una visione complessa, in relazione all’età, alle condizioni emozionali che regolano le sue relazioni con il mondo esterno, alla qualità e natura dei rapporti familiari e
2. la sua credibilità, diretta ad esaminare il modo in cui la giovane vittima ha vissuto e rielaborato la vicenda in maniera da selezionare sincerità, travisamento dei fatti e menzogna.
Le primissime dichiarazioni spontanee sono quelle maggiormente attendibili proprio perchè non inquinate da interventi esterni che possono alterare la memoria dell’evento.
L’indagine sulla genesi delle prime narrazioni è sempre opportuna per escludere la presenza di eventuali falsi ricordi.
Il livello cognitivo generale si misura con test di intelligenza standardizzati: WPPSI, WISC-R: prove verbali( informazioni, somiglianze, span di memoria, aritmetica, vocabolario, comprensione) e prove performance( completamento di figure, labirinti, storie figurate, cifrario); MATRICI DI RAVEN.
Il linguaggio viene valutato tramite la comprensione( TROG) e produzione: definizioni, sinonimi, contrari; riconoscimento delle assurdità; comprensione delle espressioni metaforiche ed espressioni idiomatiche.
Come intervistare, allora, un minore? Fare in modo che il bambino si senta sicuro e rilassato in un ambiente accogliente, tranquillo e confortevole; considerare livello di sviluppo del minore; non è opportuna la presenza di persone diverse dall’intervistatore; informare il minore della telecamera e della finalità dell’intervista. Non utilizzare domande inducenti o direttive; non indurre dello stereotipo( pensiero circolare); non dare suggerimenti di aiuto; non creare un’ atmosfera d’accusa; pressioni e ricatti più o meno consapevoli; domande formulate in modo da dare per scontato contenuti non accertati e/o informazioni che dovrebbero essere invece fornite dal soggetto esaminato; non utilizzare rinforzi positivi e negativi, verbali e non verbali su quanto dichiarato; se si ripete più volte la domanda” perchè”, si induce il bambino a cambiare risposta; non impiegare troppo tempo: i bambini hanno una bassa soglia attenzione; non fare uso di articolazioni linguistiche difficili, come le doppie negazioni); non mostrare, anche se con i bambini è sempre più difficile, emozioni durante l’intervista e frasi del “sono dispiaciuto per te”.

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