Il valore dell’innocenza

L’innocenza è quella parte che alberga in noi, che crede nella vita, in noi stessi e negli altri, è il sentimento dell’entusiasmo con cui cominciamo una relazione, un viaggio, un nuovo lavoro.
L’innocenza predomina nell’infanzia, quando i genitori ci amano, ci proteggono e credono in noi e nelle nostre potenzialità, incoraggiando i nostri sforzi per usare e sviluppare le nostre capacità.
Innocente è l’individuo “prima della caduta”, che, in qualche modo ricorda l’immagine del mondo protettivo dell’utero della madre e che continua, dopo la nascita, per i primi anni di vita,
Innocente è la parte di noi che continua a credere, a qualunque costo, perchè ha una incrollabile fede nel mondo come luogo sicuro e negli esseri umani come se fossero tutti buoni.
Questa fiducia dona apertura all’altro, capacità di apprendimento e tenacia.
L’Innocente, però, al versante negativo, tende a negare i problemi e a rifuggere dai conflitti, si isola spesso in un mondo di fantasia, non potendo ammettere la propria imperfezione senza provarne orrore e senza cadere preda della vergogna o del senso di colpa.
Se neghiamo di avere subito un torto, non dovremo difenderci, se proiettiamo le nostre aspirazioni sugli altri, non saremo tenuti a cambiare noi stessi. Se colpevolizziamo gli altri dei nostri errori, eviteremo di affrontare noi stessi. Se fuggiamo da ogni situazione impegnativa non dovremo fare i conti con il nostro senso di inferiorità e impotenza.
L’Innocente, nella forza apparente del suo “sentire”, in realtà è molto fragile e vulnerabile e cerca in tutti i modi di difendersi da ciò che considera una minaccia alla propria integrità. Ma c’è un altro modo, più maturo, di relazionarsi con i fatti della vita.
L’ innocente imparerà, pur attraverso inevitabili delusioni, che non bisogna mai abbandonare i propri ideali e i propri sogni, ma che si deve anche essere disposti a metterli da una parte, quando non sono autentici o diventano inattuali. Talvolta, quindi,compiere il sacrificio della propria innocenza per poterla riacquistare ad un livello più maturo ed elevato, conservando intatta, però, dentro di sé la capacità del “fanciullino” di provare ancora stupore o meraviglia per uno spettacolo di gioia.

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