Per una filosofia dell’affettività

Agisci in modo da trattare l’umanità, nella tua come nell’altrui persona sempre come fine, mai come semplice mezzo. Immanuel Kant

“Affetto” indica qualcosa da cui siamo colpiti.
La parola è mutuata dal latino “adfectum”, participio passato del verbo adfiere, ossia portare qualcosa.
Adfectum lo troviamo per  la prima volta in Agostino che lo utilizza come traduzione del termine greco pathos ( in Paolo Gomarasca La ragione negli affetti: radice comune di logos e pathos).
Kant ( in Tommaso Tuppini, Grandangolo) si chiede come sia possibile ricevere affezioni, ossia come trovare le condizioni di possibilità che ci fanno essere affetti da qualcosa e considera ogni rapporto sensibile nei termini di una affezione.
Affetto è una declinare passivo, il risultato di un’azione precedente, in qualche modo inserito in un rapporto causa-effetto.
Per Cartesio, ad esempio, l’affetto è un effetto ( in R. Armogathe, G. Belgioioso Les passions de l’ame par René Des Cartes).
Questo non ci può, com’è ovvio, autorizzare a ritenere che la trattazione degli affetti rientri esclusivamente in una prospettiva causale.
Infatti, allo stesso ambito semantico di affetto appartiene il termine passione.
Stendhal ( in Dell’amore) aveva appunto descritto l’amore nei termini della passione, analizzando la genesi e il significato della passione.
Il tempo della passione è il tempo dell’immediatezza, la passione è qualcosa che accade all’improvviso, che interrompe ogni altra aspettativa. E’ più forte dell’affetto, pur rimandando anch’essa ad una causa esterna, ad una passività.
Quale è la condizione per cui possiamo essere soggetti a passione?
La passione è davvero qualcosa che subiamo?
Kant è un sostenitore della passività del sentire. Nella Estetica trascendentale (Critica della ragion pura), il fenomeno viene ricevuto come “impressione” dalla nostra sensibilità, cioè dalla nostra capacità di ricevere sensazioni.
Lo spirito è attivo, ed allora manifesta un potere nei confronti dei fenomeni (facultas), oppure è passivo e allora possiede una sensibilità (receptivitas).
La conoscenza racchiude in sé entrambe le attività: sia quella di individui attivi che quella di essere passivi.

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