“Forse si invecchia veramente solo quando non ci si stupisce più, quando si dà tutto per scontato e la vita sembra non riservare più sorprese. Ma si può essere vecchi e mantenere il gusto della conoscenza e sapersi ancora meravigliare degli insoliti colori di un tramonto, di un fiore che si schiude o di una bambina che ti sorride con aria divertita”. Massimo Ammaniti
Cosa intendiamo con il termine “novità”?
Leggiamo nel vocabolario Treccani:
Novità (ant. novitade, novitate) s. f. [dal lat. novĭtas -atis, der. di novus «nuovo»]. – 1. a. La condizione o la qualità di essere nuovo, di essere cioè fatto, concepito o conosciuto per la prima volta o da poco, o di presentarsi in modo diverso da quello noto o usuale, e perciò anche, spesso, con aspetto o con carattere originale, insolito, oppure (spec. nella lingua ant.) strano, singolare: la n. di un fatto, di un progetto, di un metodo di ricerca; un’architettura interessante per n. di concezione e di esecuzione; il caso m’interessava per la sua n.; la n. del luogo (o della situazione, delle sensazioni) m’incuriosiva; La n. del suono e ’l grande lume Di lor cagion m’accesero un disio Mai non sentito di cotanto acume (Dante). b. Innovazione, mutamento o insieme di mutamenti apportati in determinati settori di attività: introdurre una n., delle n., in un procedimento tecnico, in un metodo di lavoro, nella vita di un’istituzione, in un’organizzazione, ecc. Anche, per lo più al plur., trasformazioni nella vita politica e sociale: essere desideroso, bramoso, promotore di novità. 2. Con sign. più concr.: a. Fatto o avvenimento nuovo, in quanto sia comunicato o appreso, e perciò la notizia stessa di un fatto recente o improvviso: dire, comunicare, partecipare le n.; leggere la pagina del giornale con le n. del giorno, con le n. di cronaca, con le ultime n.; n. tristi, liete, piacevoli o spiacevoli; ci sono n.?; la sapete la n.?; nessuna n. (soprattutto nei rapporti militari e burocr., in cui spesso si abbrevia nella grafia n. n. o N. N.); non è una n., non è certo una n., di cosa risaputa (ma anche di un comportamento abituale, di un fatto consueto); che n. son queste?, esclamazione di disappunto o di rimprovero e disapprovazione di fronte ad azioni o comportamenti altrui. b. Prodotto nuovo, produzione nuova, presentati cioè per la prima volta, nel settore della tecnica, dell’industria, del commercio (spec. in ciò che riguarda l’abbigliamento), o nell’attività culturale, letteraria, artistica, scientifica: inaugurazione del Salone dell’automobile con la presentazione delle ultime n.; le n. della moda; esporre le n. in vetrina; modello che è una n. assoluta; n. librarie, letterarie, scientifiche; n. musicali, discografiche; n. teatrali, cinematografiche, nel campo dello spettacolo.
Nella nostra accezione, il termine, dunque, sta ad indicare il desiderio o l’aspettativa, di una scoperta, di andare a “scovare” o di essere “travolti” da qualcosa che non si conosce e che si vuole conoscere. O meglio, non sempre. Questo accade nelle novità che presumiamo siano piacevoli.
Ma se una novità si rivela spiacevole dopo averla conosciuta, o se, a priori, già sappiamo che sarà spiacevole? Allora la temiamo o la attendiamo con angoscia.
Ecco, la novità reca in sé il concetto di “attesa”, di aspettative, la scelta più o meno consapevole, o la non-scelta, di qualcosa di nuovo.
Ma la novità non sempre è ex-novo, non sempre implica il ricominciare, il “daccapo”. La novità può essere anche “rinnovamento” di vita. Ho imparato che la novità può essere andare a riscoprire ciò che avevamo già: un libro che abbiamo già letto, un maglione che avevamo dimenticato di avere e che, perciò, ci sembra nuovo. Un rapporto che ci appariva desueto. E’ più facile, però, per la nostra economia psichica, pensare alla novità come a qualcosa che implichi per noi un cambiamento radicale, piuttosto che faticare a cercare il nuovo nell’antico. Già, il rinnovamento implica fatica. Ma questa è la fatica che, credo, nel lungo termine, appaghi di più. Ma questo, forse, lo si comprende e lo si apprezza solo con la maturità.