Dialettica e Comunicazione tra Eros e Ragione in Platone

In che modo la ragione può condurre alla felicità? Secondo l’intellettualismo di Socrate la virtù è conoscenza, ed è un ingrediente essenziale della felicità.
Martha Nussbaum (Department of Philosophy, University of Chicago) rifiuta la concezione platonica secondo la quale la bontà potrebbe difendere l’uomo dai pericoli che incontra, abbracciando le soluzioni di Aristotele e degli Stoici, secondo cui la vulnerabilità è uno dei modi per capire come realizzare un bene per gli uomini, che sia realmente raggiungibile.
Ragione e istinto, razionalità ed eros sono in una lotta perenne?
Nel Simposio, Platone affronta i grandi dubbi sull’amore e sulla ragione e un personaggio che può suggerirci qual è la strada da percorrere è Alcibiade, la cui storia, colma di sconfitte e dissipazioni, rappresenta il fallimento della ragione, Narratore del Simposio è Apollodoro e un gruppo di amici, in questo “bere insieme” alla fonte del sapere, tessono elogi a Eros.
Parlano Fedro, Pausania, Erissimaco, Aristofane e Agatone.
Fedro parla di Eros come motore di virtù, Pausania ed Erissimaco ne mettono in luce la duplicità e la forza. Pausania distingue tra eros celeste o uranio, rivolto al bene, ed eros volgare o pandemio, dedito ai piaceri volgari e al corpo.
Per Erissimaco, dal suo punto di vista di medico, eros è una forza cosmico-chimica. Aristofane illustra il mito dell’uomo-donna un mostro aggressivo che assale e insulta le divinità che, per vendicarsi, lo tagliano in due. Da ciò la sensazione e la percezione di incompletezza e di desiderio che porta alla ricerca della nostra metà mancante. Desiderio è anelare a ciò che non si ha.
Eros, in qualche modo, è svalutato come amore carnale, seguendo il discorso di Diotima riferito da Socrate. Ma forse sarebbe opportuno non fermarsi alle “apparenze” e tendere ad una educazione al concetto più completo di “passione”.

Bibliografia:
Platone, Il Simposio
Martha C. Nussbaum, La Fragilità del Bene
Nicola Abbagnano, Storia dell Filosofia I, UTET.

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