Sulla Complicità

 

Sembrava che avessero intorno una bolla invisibile nella quale nessuno poteva entrare a meno che non lo volessero loro.
(Niccolò Ammaniti)

Hanno, da sempre, attratto la mia curiosità quel termini che spesso racchiudono in sé più significati e per lo più opposti.
Il termine còmplice ( si legge nel dizionario online Treccani) s. m. e f. e agg. [dal lat. tardo complex -plĭcis, comp. di con- e di una radice *plek- presente in plectĕre «allacciare» e plicare «piegare»; propr. «coinvolto»]. – Chi prende parte, attiva o secondaria, con altri nell’esecuzione di un’azione criminosa o moralmente riprovevole: i c. dell’assassino; avere un c.; uno dei c. ha confessato; come agg.: essere c. nel furto, nel delitto, in una truffa; farsi c. di un’infamia. Con senso attenuato, come sost. o agg.: essere c. in (o farsi c. di) una banda, uno scherzo. Fig., riferito a cosa o fatto o situazione che favorisce un’impresa, un comportamento, ecc., spec. a proposito di sottili intese affettive: le ombre della notte sono c. di tanti delitti; la luna è c. degli innamorati; un atteggiamento, uno sguardo complice.
Ecco che “complice” assume un’accezione “negativa” in ambito criminologico, ad indicare il disegno comune di un’ azione criminosa e l’intesa che deve esserci per portarla a termine, ma assume anche un significato “positivo” nell’ambito sessuologico, nella coppia.
In entrambi i campi, la complicità sta ad indicare la capacità di intendersi, di lanciarsi segnali, anche senza bisogno di parlare.
Più specificamente, in ambito sessuologico, potremmo dire che la complicità sia quell’intesa che va al di là delle parole, che quasi riesca a prescindere da esse, pur non facendone a meno, perchè in una coppia comunicare è fondamentale. Il non-detto è ciò che genera equivoci e malintesi. Ma la complicità è quell’aura di intesa che permette di comprendesi a vicenda, senza necessariamente parlare in quel contesto, ma avendolo fatto in altri.

In una coppia che dura, la complicità rappresenta la somma dei tre già più volte citati lati del triangolo equilatero di Sternberg, ossia Intimità, Cerebralità e Carnalità.

Nonostante il triangolo fondi le sue basi sulla equilateralità dei tre lati, altrimenti la coppia non riuscirebbe a “reggersi”, mi sento di ipotizzare che, comunque, nel lungo termine, se non esiste la complicità tra i partners, allorquando si verifichino ( ed inevitabilmente accade nel tempo), delle modificazioni degli equilibri che richiedono nuovi “aggiustamenti, diventi più difficile affrontare qualsiasi tipo di problema.

Lascia un commento