La figura di Eros in Platone

Per chi intraprende cose belle è bello soffrire,qualsiasi cosa gli tocchi.
Fedro

Si fa fatica a parlare oggi del concetto di Amore, riferendolo a Platone.
Oggi, che abbiamo in mente un amore “bilanciato”, reciproco, dove i due amanti si amano l’un l’altro; ai tempi di Platone il sentimento era univoco, uno amava e l’altro si faceva amare: o l’uomo amava la donna o l’uomo amava l’uomo.
L’omosessualità era diffusissima.
Solo talvolta l’amore poteva essere biunivoco, e Platone lo spiegava ricorrendo alla teoria del flusso che intercorre tra gli occhi: poteva venirsi a creare una situazione di “specchio”: l’amato vede negli occhi di chi lo ama se stesso perchè vede riflessa la propria bellezza. E’ come se chi è amato si innamorasse del sentimento stesso.
Platone, inoltre, distingue l’amore in Eros, che designa l’amore passionale ed irrazionale, ed Agapè, l’amore puro.
Nel Fedro le vicende si svolgono nella campagna circostante Atene,in una calda giornata estiva. Protagonista è Socrate ,che si imbatte in Fedro, un suo discepolo che ama i bei discorsi a tal punto da trascriverli tutti.
I due si siedono al riparo dal sole sotto un platano e Fedro mostra a Socrate un’orazione di Lisia, riguardante l’amore a carattere “sofistico”. Lisia cerca di dimostrare come sia meglio concedersi a chi non ama, partendo dal presupposto che l’amore sia una “follia” e che concedersi a chi ama è una stoltezza: si avrebbe un amore troppo “appiccicaticcio” che se mai si rompesse farebbe soffrire terribilmente l’innamorato-amante. Passato l’ardore iniziale si torna in sè e ci si rimprovera di essersi comportati così da “rimbambiti” e si finisce per soffrire di continuo.
Con una persona non amata è chiaro che ci si comporterebbe in tutt’altro modo, pensando più alla nostra felicità che a quella dell’amato-non amato .
Socrate, a sua volta, imposta due discorsi: nel primo conferma la tesi lisiana, nel secondo sostiene che il suo “demone”(una specie di coscienza personale-angelo custode che si fa sentire solo quando Socrate sta commettendo un errore) lo sta ammonendo, facendogli capire che sta clamorosamente sbagliando. Anche per Socrate l’amore è una follia ma a differenza di Lisia, per lui è positiva. Vi sarebbero, infatti, follie dannose e negative,ma anche follie positive e benigne.
Eros è connesso al desiderio, desiderio di piacere, di acquisizione, di bellezza.

Il desiderio è qualcosa che domina, che s’impossessa del desiderante. Eros è desiderio nella forma di una mania. Chi cade preda dell’Eros inteso come mania, arriva al punto di modificare profondamente se stesso. Per Platone la mania ha una valenza religiosa. Essa si collega alla mantica, alla divinazione. E divinazione significa in primo luogo, impossessamento dell’uomo sacro da parte del dio. Il dio si rivela agli uomini attraverso l’uomo sacro. Chi è affetto da mania è quindi intimamente connesso con il dio.
Il desiderio nel caso di Eros, è desiderio di possesso. La persona amata viene resa implicitamente un oggetto e posta su di un gradino inferiore rispetto all’amante. Il desiderio finisce con l’oggettivare l’amato, con lo svalutarlo. Il possesso compiuto uccide Eros pensato come desiderio e la persona amata è messa da parte come un oggetto. Se questa è davvero la dinamica dell’Eros, Lisia ha ragione. Concependo Eros come desiderio si giunge alla distruzione dell’Eros stesso. Se amore è desiderio oggettivante, chi ama è condannato ad una perpetua tensione, ad un’infinita frustrazione.

E’ difficile comprendere quale sia il tema centrale (l’amore? La retorica?). Comunque si tratta di due argomenti strettamente connessi tra loro in quanto l’amore è, in realtà, una metafora per indicare la filosofia, che Platone esamina meglio nel “Simposio”.
Socrate si sta dirigendo verso la casa del tragediografo Agatone quando incontra un amico ed allora invita anche l’amico e quando sono ormai arrivati , egli comincia a riflettere intensamente.
Durante i simposi veniva nominato un simposiarca il cui compito era quello di dare un ordine alla discussione facendo passare la parola da un invitato all’altro e selezionare l’argomento da trattare. Si sceglie di parlare dell’amore:c’è chi sostiene che Eros sia la divinità più giovane e più bella,chi che sia la più vecchia in quanto forza generatrice di tutto, chi sostiene che sia una forza cosmica che domina la natura,chi suggerisce che sia un tentativo da parte di tutti gli enti finiti di eternarsi procreando. Ancora, qualcuno sostiene che sia la divinità più valorosa in quanto riesce a dominare perfino la guerra. Ares, infatti, il dio della guerra, si sarebbe innamorato di Afrodite.
Aristofane narra il mito secondo il quale gli uomini un tempo erano tondi, sferici e doppi, si sentivano forti e perfetti e peccarono di tracotanza. Così, gli dei per punirli li tagliarono a metà e per ricucirli fecero loro un nodo(l’ombelico)sulla schiena;poi lo posizionarono sulla pancia perchè si ricordassero di quanto era successo ogni volta che guardavano in basso. Questi esseri sentivano il bisogno di ritrovare l’altra metà e la cercavano disperatamente.
Quando la trovavano si attaccavano e non si staccavano più neanche per mangiare e cosi’ morivano di fame. Allora gli dei crearono l’atto sessuale che consentiva di trovare un appagamento da questa unione. In questo mito appare evidente il tentativo di ritornare ad una situazione primordiale: la forma sferica è l’unità originaria perfetta.
Dunque l’Amore nascerebbe da una imperfezione che tende alla perfezione originaria, senza poterla mai raggiungere completamente.

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