L’attesa

Come una sola parola possa assumere valenze molteplici.
Un unico termine non può comprendere le dimensioni temporali dell’attendere, dell’aspettare e neppure i sentimenti che si agitano in noi mentre aspettiamo. Non può neanche renderne l’idea.
La madre che aspetta la nascita del figlio è in dolce attesa ed il tempo che trascorre prima che si compia il lieto evento sembra dilatato dalla frenesia di poter tenere tra le braccia il suo bambino.
L’attesa prima di un bel viaggio si riveste di speranze e di curiosità.
L’attesa della fine della scuola converte magicamente il mondo dei ragazzi in un paradiso di giochi e di festa.
Ma l’attesa può essere anche vana e creatrice di ansie: una telefonata, quella dell’amato, che non arriva. Ed allora mille pensieri agitano la mente.
L’attesa di un appuntamento, un incontro d’amore, che all’improvviso salta.
E l’attesa diventa delusione. L’attesa di un referto medico, che potrà portarci la gioia della salute, oppure…
Niente altro potrebbe catturare in quei momenti la nostra attenzione.
L’attesa di solito è rivolta al futuro.
Si attende qualcosa che verrà o avverrà.
Ma quante volte abbiamo rivolto lo sguardo al passato, attendendo un ritorno impossibile?
Lì, l’attesa si veste di nostalgia ed allora possiamo ritrovarci a sognare ad occhi aperti un bel periodo della nostra vita, esattamente come se aspettassimo che posa ritornare.
L’attesa è, allora, anche ritagliarsi del tempo per continuare a sognare.
A dispetto della frenesia del resto del mondo che ci corre intorno.

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