Nulla è più facile che illudersi, perché ciò che ogni uomo desidera, crede anche che sia vero.
(Demostene)
Nel farci la nostra opinione su una persona o una situazione spesso tendiamo a precorrere i tempi del “giudizio” o della valutazione volendo anticiparci un disegno su di esse.
Quando questa opinione è gradita o ci appare gradevole, si crea un’illusione subitanea che può catturare tutto il nostro pensiero, spazzando via ogni possibile dubbio. Solo dopo un certo tempo, con la pressocchè certa ed inevitabile rivelarsi della difformità dell’opinione dalla realtà, ecco che subentra la delusione.
Sulla base di questo estemporaneo e frettoloso “giudizio” si vede solo ciò che si vuol vedere, ciò che ci piace e ci aggrada, ciò che sembra soddisfare completamente e totalmente i nostri desideri. O, anche, si dà fiducia a qualcuno che, invece, non la meritava. E’ solo una questione di frettolosità? A volte. Altre volte può capitare, purtroppo, che la persona che abbiamo vicino da tempo sia stata così brava a “vendersi” per ciò che non era, da scoprirla, solo dopo tanto tempo, un’estranea a noi. E la delusione risulta ancora più cocente. Dunque, il tempo è utile, ma non sempre indispensabile a preservarci dal rischio di delusioni. Quale può essere, comunque, la ragione per cui, volte, ci affrettiamo a provare sentimenti positivi verso qualcuno che conosciamo da poco? Forse è insito, nella natura umana, il desiderio, dinnanzi a situazioni, persone e relazioni nuove, di farle passare velocemente dallo stato di ignoto allo stato di già esperito e conosciuto, perché questo serve a noi, ci dà sicurezza,
Questa è, di solito, una forma di adattamento alle novità, alla realtà, l’ignoto è estraneo, il conosciuto è nostro e sentiamo, a nostra volta, di appartenergli.
Ecco, ciò che crediamo di conoscere è come se ci desse un senso di identità, di certezza al nostro essere. Ma, perché questo sia possibile, andiamo a cercare nella nostra memoria e nelle esperienze passate quella che assomiglia di più alla situazione/persona/relazione che stiamo vivendo e ne traiamo delle similitudini, in modo da sovrapporre al nuovo quanto si è già vissuto in casi analoghi e non sentirlo più estraneo. Questo processo avviene con velocità variabile, in base alla predisposizione personale, all’apertura mentale e al desiderio, più o meno forte, di sentirci in sintonia con ciò che ci circonda, come se fosse un porto sicuro.
In realtà, indipendentemente da chi abbiamo di fronte, autentico o falso che sia, una esperienza diretta e possibilmente profonda dell’altro deve comunque esserci, non esiste una situazione esattamente sovrapponibile ad un’altra, non esistono due persone identiche, ogni situazione o relazione ha una propria identità che è impossibile replicare .
Se il processo di conoscenza sarà terminato con la prima impressione, si attribuirà, praticamente nella totalità dei casi, un significato erroneo derivante unicamente dalle informazioni che si immaginava di possedere.
Allora, la realtà che viviamo, così distante dalle nostre fantasie, invece che rassicurante, ci apparirà perfettamente estranea.
Ma, forse, in alcuni casi, le illusioni, quelle che il tempo non ha il “tempo” di deludere, possono rappresentare il lato dolce della nostra vita.