Spesso quando abbiamo una preoccupazione, il correlato psicologico di questo sentimento spiacevole si riverbera anche nel fisico con sensazioni del tipo “peso sullo stomaco”, tremori indefiniti e generalizzati, vertigini, insonnia, una generica sensazione di malessere generale.
Corpo ed anima sono strettamente interconnessi e di questo abbiamo prova più e più volte, anche senza arrivare necessariamente a formulare una diagnosi di malattia psicosomatica.
La preoccupazione è stata definita come quel” sentimento che ci tiene inchiodati al presente per colpa di qualcosa che potrebbe succedere in futuro” (Wayne Dyer)
Solitamente la fonte della nostra preoccupazione sta in ciò che non è ancora successo, e siamo portati a concentrare le nostre energie nell’anticipare con la mente qualcosa che potrebbe anche non accadere mai. Questo, come è ovvio, ci impedisce di vivere appieno il presente e di avere, invece, delle aspettative pessimistiche riguardo al futuro. La maggior parte delle nostre preoccupazioni, inoltre, riguarda eventi sui quali non abbiamo alcun tipo di controllo, non dipendono dalla nostra volontà né dal nostro impegno e questo è per noi ulteriore fonte di cruccio.
Spesso, inoltre, ma questo accade soltanto poi, ci accorgiamo che il motivo che destava in noi così tanto timore, non è così terribile come immaginavamo. E questo determina in noi un senso di liberazione. Peccato che, a volte, sia solo temporaneo.
La preoccupazione eccessiva dà origine ad uno stato di ansia, paura di ciò che non conosciamo e del futuro in genere, bloccandoci nelle nostre azioni quotidiane. Quando viviamo costantemente preoccupati, il nostro corpo è in uno stato di allerta continua, come se si trovasse sempre in pericolo. Questa diventa, allora, per noi una condizione abituale, mentre, in realtà, dovrebbe essere uno stato transitorio e limitato a situazioni di pericolo reale.
Viene meno, così facendo, anche la nostra capacità di valutare in modo obbiettivo le situazioni e diamo per scontato che la vita nasconda sempre insidie e pericoli.
Viviamo ogni situazione come un conflitto o qualcosa da risolvere, anche quando le soluzioni non spettano a noi.
Preoccuparci ci impedisce di fare progetti futuri, perchè lo stato d’ansia, se non di angoscia che si crea, ci priva della necessaria obiettività rispetto alla pianificazione del domani.
Non è affatto semplice liberarsi delle preoccupazioni, soprattutto se si ha un temperamento ipersensibile, ma sarebbe importante entrare nell’ottica che una certa quota di incertezza fa parte della vita, La paura di ciò che è ignoto è assolutamente naturale, ma non deve diventare un freno, se non nelle situazioni di vero pericolo. Concentrarsi sul presente, per quanto, a volte, risulti difficile, aiuterà ad avere la sensazione di padroneggiare anche meglio il futuro. Qualsiasi cosa ci riservi.
