Zenone
In risposta alle polemiche che derivarono dalle tesi di Parmenide, Zenone nato a Elea 25 anni dopo Parmenide, scrisse il suo libro di Discorsi, in appoggio alle tesi del maestro. Zenone venne considerato l’inventore della dialettica, un metodo di discussione e di confutazione destinato ad un’immensa diffusione. Questo metodo consisteva nella dimostrazione per assurdo: Zenone assumeva le tesi che gli avversari opponevano a Parmenide e le dimostrava assurde: questo confermava la validità degli assunti eleatici.
Zenone si occupò degli argomenti relativi al movimento ed alla molteplicità. Egli assumeva la tesi dell’avversario, secondo la quale il movimento è qualcosa di reale, considerando, ad esempio, il moto di una freccia o il più famoso “Achille e la tartaruga”.
In questo modo Zenone metteva in luce due difficoltà del pensiero scientifico greco, sta relativamente al concetto di moto, sia a quello di infinito. Zenone mostrava le difficoltà logiche della comune esperienza, basata sulla sensazione: noi vediamo il movimento ed il molteplice, ma il pensiero e la nostra ragione non sono in grado di giustificare e di spiegare razionalmente ciò che vedono. Il logos non è adatto a cogliere la realtà mutevole, propria della esperienza, ma è in grado di cogliere solo l’essere.
Melisso
Nacque a Samo una ventina di anni dopo Zenone e nello scritto Sulla natura o sull’Essere ribadì le tesi di Parmenide, modificando, però, la tesi eleatica che voleva l’essere ben definito ( finito) e simile ad una sfera compatta. Se l’essere è finito, ciò che lo può definire è solo il non essere, che però non è. Quindi bisogna ammettere che l’essere è indefinito, o infinito, ed anche che esso non è nulla di materiale ( una sfera o altro), perché se fosse materiale avrebbe delle parti e non sarebbe unico.