Il migliore dei mondi possibili

Per chi come me ha superato la metà della propria vita, spesso questo mondo può apparire qualcosa di non debitamente compiuto, come se si ravvisasse, qui e là, uno stridere tra ciò che andrebbe fatto per migliorarlo e ciò che sembra che le persone, invece, non facciano. E immagino, questa sensazione di disagio e di imperfezione, aumenti ancor di più col passare degli anni. In realtà, dal canto mio, ho sempre provato a chiedermi cosa sto facendo io per migliorare questo mondo. Sempre più facile per la nostra economia psichica proiettare sugli altri le nostre manchevolezze. Ognuno di noi potrebbe e dovrebbe fare di più. Ognuno secondo le proprie capacità ed il proprio ruolo in questa vita. Tutto il contrario di ciò che accade da bambini, quando non si vede l’ora di entrare nel mondo degli adulti, al quale si guarda con meraviglia ed incanto. Certo ancora senza disillusioni.
Le illusioni e l’attonita meraviglia dei bambini durano fio a quando non ci si accorge che invidie, gelosie, cattiverie per lo più gratuite sono parte integrante di tutti gli ambienti, e purtroppo, spesso, anche di quelli familiari.
Se è vero che la competizione e il confronto fanno parte della natura dell’essere umano, essi dovrebbero servirci a migliorare noi stessi e a dare il nostro personale contributo al miglioramento altrui. Mentre è sempre più facile tendere a denigrare l’altro per sentirsi migliori, piuttosto che cercare di essere migliori. Così, quanta poca fatica!
L’uomo non conosce la vera gioia, secondo qualcuno, perché desidera sempre ciò che non ha. In particolare, come è ovvio ed intuibile, i beni materiali, che dovrebbero andare a colmare una vita non intesa come mezzo di conoscenza, ma come vuoto riempimento di potere. Più che sperimentarsi, avere. E nel modo più semplice possibile.
L’uomo, col passare degli anni, pensa all’invecchiare come ad una “tragedia annunciata”. Eppure lo stesso Freud non pensava al “corrompersi” delle cose come un male da sconfiggere: è la caducità a generare bellezza.
Il trascorrere del tempo, l’invecchiare, ci fa apprezzare i dettagli più insignificanti e arricchisce il senso della nostra esistenza. La natura non è cosa scontata, la nostra salute non è scontata, un dolce risveglio, domattina, non sarà cosa scontata. Ma questo non ci riguarda da giovani, in cui ci sentiamo pieni della onnipotenza del domani.
Allora, impariamo ad apprezzarci ( migliorandoci, comunque): questo è il migliore dei mondi possibili.

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