Le chiavi del successo

Uno studio recente condotto dall’Università di Melbourne ha dimostrato che credere in se stessi, cioè avere una buona dose di autostima sarebbe la vera chiave del successo.
Dunque le chiavi per aprire le porte della “notorietà” non sarebbero riservate a serrature particolari, ma ognuno di noi, a suo modo e con espressività diverse, possiederebbe delle qualità atte all’uopo. Queste qualità sarebbero solo da tirare fuori, credendo nelle proprie risorse. Facile? Come molte altre scoperte dal sapore americano che a volte a noi europei sembra difficile mettere in pratica.
Secondo questo studio avrebbe successo chi riesce a bandire dalla propria vita la timidezza, una emozione “complessa” che il bambino comincerebbe a sperimentare dopo il primo anno di vita, allorquando inizierebbero le prime competenze sociali.
Il successo professionale arriderebbe a chi va avanti a testa alta, senza rossori sul viso.
E a chi, aggiungo io, non si fa molti problemi a sgomitare tra gli astanti. Ma, ovviamente, non è solo una mia opinione personale. Si tratta di una constatazione facile da fare nel mondo odierno, dove più che le capacità attitudinali del singolo, vengono premiate le sue capacità di arridere a qualcuno che può garantirgli il successo. Ma questa è la chiave del servilismo, piuttosto che del successo. Insomma, un’altra storia.
Tornando allo studio – che ha analizzato il successo professionale sia in Australia che negli Stati Uniti – è emerso che chi aveva più fiducia in sé era riuscito a raggiungere l’apice della carriera lavorativa, ricoprendo ruoli di prestigio.
Ai partecipanti, che appartenevano a grandi aziende internazionali, è stato chiesto di rispondere a delle domande che indagavano il livello di autostima a partire dalla scuola primaria fino all’università, ed oltre: coloro che avevano ottenuto un maggiore successo sono stati coloro che avevano più stima di sé fin dai primi anni di scuola.
In tutto questo è intuibile come la personalità possa avere delle implicazioni enormi per i datori di lavoro quando si tratta di assunzione o di promozioni di carriera, secondo il professor Reza Hasmath.

I risultati implicano che si debba incoraggiare la fiducia già in tenera età, sia nell’istruzione formale che all’interno del nucleo familiare, proprio perchè è già dall’infanzia che la sicurezza e la fiducia in sé possono essere incentivate o, al contrario, danneggiate. Dunque, chi è sicuro di sé sin dall’infanzia può trarne vantaggi nella vita, ma anche coloro che hanno una bassa autostima potrebbero ritrovare la sicurezza perduta da bambini.
Chi aveva ottenuto ruoli professionali importanti era chi aveva descritto il proprio carattere come estroverso, simpatico ed aperto alle più diverse esperienze.

Dare consigli non è facile, soprattutto perchè troppo spesso il successo toglie il “quieto vivere”.

Allora sarebbe auspicabile che ognuno trovasse la propria chiave, quella per aprire le porte della serenità.

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