Vacanze e Stress: una inevitabile correlazione?

I mesi estivi, ma soprattutto luglio ed agosto, rappresentano per gli italiani il fatidico momento delle vacanze: le ferie, lo “stacco” dalla routine quotidiana, che si aspetta per tutto l’anno. Soprattutto per chi non può permettersi altro se non quel periodo di ferie.
Molti di noi, allora, attendono questo momento dell’anno che nell’ immaginario collettivo diventa sinonimo di relax, sole, mare o montagna, amici, tempo da dedicare a se stessi, alla famiglia e a ciò che ci piace fare.
Dunque, evviva le vacanze! Ma è sempre così?
Purtroppo pare di no. Oltre che il quotidiano, anche le ferie estive sembrano essere diventate fonte di stress. Ormai si “corre” di continuo ed anche le vacanze sembra che vadano fatte di corsa, che non ci sia mai tempo, e che pure il riposo debba essere fatto di corsa…
I tempi lenti della tintarella, hanno lasciato il posto alle lampade abbronzanti, così si fa prima a rendere la pelle scura e ad un’attività fisica che è diventata smisurata. E’ vero che d’estate ci si espone di più fisicamente e che la prova costume è impietosa, ma da qui all’adozione di regimi dietetici da fame, associati ad una iperattività fisica dell’ultim’ora, ci si allontana sempre più dal relax. Senza, peraltro, ottenerne dei benefici. Anzi, l’inevitabile frustrazione per non essere riusciti nei propri intenti, assieme all’insicurezza provata, genera altro stress.
Gli ideali di bellezza che vengono imposti dai mass media non aiutano certo a sentirsi più sicuri di msé e della cognizione che anche ( e spesso soprattutto), nel difetti e non in una improbabile perfezione, possa risiedere la bellezza..
Questo è infatti il periodo in cui le riviste e la pubblicità televisiva sembrano rappresentare solo ideali di bellezza irraggiungibili che, più che di consigli, sono un dispenser di ansie.
Durante i mesi più caldi si registra il boom di ricoveri nei pronto soccorsi per attacchi di panico e sintomi depressivi: ansia, frustrazione, senso d’impotenza, solitudine e non ultimo il caldo torrido, non giovano alla salute psicofisica, In letteratura è abbastanza nota la correlazione tra depressione ed estate, specialmente per coloro (ma non solo) che sono costretti, per svariate ragioni, a rimanere nel periodo estivo in città. Persino il numero di suicidi è più alto in primavera ed in estate, a dispetto dei luoghi comuni che vedrebbero gli inverni “tristi e uggiosi”, come fonte maggiore di instabilità per l’umore.
Ma anche chi è riuscito a staccare dalla solita routine dovrebbe adottare delle strategie di “marcia”, ossia non “staccare” o “riattaccare” troppo rapidamente. Oggi, soprattutto per i lavoratori autonomi, in tempi di difficoltà, staccare sembra essere diventato un lusso da non potersi concedere: ci si porta il lavoro dietro, a volte, con il risultato che non si godono le vacanze e non le si fanno godere neppure alla famiglia. E se non si porta fisicamente il lavoro in vacanza, staccare con la mente è diventato sempre più difficile.
In ogni caso, il cambio repentino di condizione psicofisica, sia in partenza che al ritorno, può indurre un senso di smarrimento e di alienazione nel soggetto, che può trovarsi nella paradossale condizione di “non riuscire a rilassarsi”.
Oppure qualora si riesca a trovare il giusto relax dopo qualche giorno di assestamento, il rientro ai soliti ritmi lavorativi, può rivelarsi particolarmente duro, tanto da far rapidamente scomparire l’effetto relax ottenuto in vacanza.
Per qualcuno, inoltre, la vacanza è un altro lavoro. Viene pianificato ogni spostamento, non lasciando nulla al caso e questo è tipico di chi teme di non poter affrontare l’imprevisto e si sente al sicuro solo se anche in vacanza è tutto deciso.
Un unico consiglio, e poi ciascuno di noi trovi i suoi ritmi: non trasformiamo le nostre vacanze in un tour de force, lasciamoci anche tempo per un beneamato ozio.

E….Buone vacanze a tutti!

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