« Noi tutti dovremmo cominciare a vivere prima di diventare troppo vecchi. La paura è stupida. E’ così che nascono i rimpianti. »
(Marilyn Monroe)
Tutti noi abbiamo provato almeno una volta nella vita quel sentimento di rammarico e di amara delusione per una occasione perduta, per quello che si sarebbe potuto fare o dire e che, invece, per una reale impossibilità o per nostra incapacità, non si è fatto o detto. Per tutto quello per cui malediciamo il fato ingiusto che avrebbe potuto darci una mano a risollevare le sorti del nostro destino.
E così ci ritroviamo in compagnia di un sentimento spiacevole, il rimpianto, che finisce, oltre che farci fare inutili elucubrazioni sul passato, anche a condizionare le nostre scelte e decisioni future, prese sulla scia dei “se”.
E’ quello che accade nel celebre film Sliding Doors (Peter Howitt, 1988) dove una la protagonista Gwyneth Paltrow corre a prendere la metropolitana e viene catapultata in due mondi diversissimi e paralleli: a seconda che riesca o meno a salire su quel treno, la sua vita prenderà due pieghe diametralmente opposte, ma fino alla fine del film non è scontato decidere quale delle due sia realmente la migliore. Così ci ritroviamo noi quando, consapevoli che, comunque, prendere una strada automaticamente ne esclude un’altra, non sappiamo che fare. Ed allora può accadere che sia altro 8 o altri) a decidere per noi.
Chi teme il rimpianto vorrebbe avere la possibilità di vivere entrambe le possibilità per non dover provare il rammarico di non aver fatto la cosa giusta…
Rimorso e rimpianto erroneamente sono spesso utilizzati come sinonimi, ma non è affatto così.
Il rimorso rappresenta quel senso di prostrazione e di pentimento rispetto ad un errore che si è commesso, quindi ad un comportamento che è stato messo in atto. Lì una scelta è stata fatta, ma si è rivelata sbagliata.
Il rimpianto, invece, ha a che fare con un’occasione perduta, per qualcosa che non è stato fatto o detto.
Il rimorso è pregno di sensi di colpa, il rimpianto sembra più caratterizzato da un vissuto di perdita.
Il rimpianto, dunque, vive nel dubbio di ciò che poteva essere e non è stato, di tutto ciò che non possiamo sapere con certezza.
Allora, cosa fare? Vivere nel rimpianto o accettare l’incertezza?
Non voler avere rimpianti può significare investire in una scelta e accettare anche un certo margine di rischio, pur di inseguire i propri obiettivi. Ma questo, sarebbe meglio, compatibilmente con una certa consapevolezza delle proprie effettive capacità e possibilità.
La paura del rimpianto può bloccare la capacità di scelta, vivere in una sorta di “ruminazione mentale” inutile delle occasioni perdute, del tempo sprecato o delle decisioni non prese, così che la persona diventa sempre meno in grado di prendere decisioni e di fare delle scelte.
Allora pensiamoci bene, prima di prendere un treno!
una analisi impietosa e reale, una capacità di vedere, una riflessione sulle responsabilità della propria vita e del proprio destino, un modo per giudicarsi se si ha la voglia, l’onestà e la cultura per farlo. fino in fondo.bellissimo spunto e grazie