L’Estetica e l’Etica hanno un nesso imperscrutabile che le accomuna, anche se a tutta prima non sembrerebbe. L’Estetica è il culto della Bellezza e la bellezza la si può solo contemplare, ne siamo soggiogati. La bellezza è immediata, non la si può oggettivare. Parlare della bellezza è quasi impossibile, ci sembrerebbe sminuirla. Forse non la si sminuirebbe solo se al termine si attribuisse un significato simbolico in senso greco ( mettere assieme), mettere in relazione il sensibile con l’ “oltre” il sensibile.
Un oggetto, per quanto bello, esaurisce in sé la sua bellezza, un’ opera d’arte porta oltre la bellezza visibile verso l’indicibile, l’invisibile.
L’Etica, sempre dalla terminologia greca, invece, ha a che fare con il “soggiorno”, con l’esserci, il nostro modo di soggiornare in un posto.
Nella dimensione etica, allora, ci mettiamo del “nostro”, nella dimensione estetica permane solo la meraviglia della contemplazione, che prescinde da noi, che pur contempliamo.
Eppure la bellezza (estetica) ha come suo contrario la bruttezza, ma la “bruttura” è un termine etico.
Aristotele ci dice che la Filosofia è nata dal dolore e dalla meraviglia ( il bello).
Tommaso dice che bello è quello che quando lo vedi, ti piace.
Per Kant il bello è senza concetto e senza scopo.
L’Estetica, infatti, è “sensazione”, sensibilità.
Il suo contrario è anestesia, laddove i sensi non registrano più nulla.
La bellezza ha un’innegabile componente corporea: colpisce i sensi, ma i sensi sono ingannevoli, non sono la base per costruire la verità. La bellezza stupisce, trafigge, inquieta, paralizza come nella Sindrome di Stendhal.
Non si ha potere sul bello, è il bello ad avere potere su di noi.
Sia la bellezza che l’amore trafiggono, come compagni di viaggio.
Nel Filebo, Platone parla della bellezza come di una miscela di elementi secondo misura, l’ Armonia.
Per i greci la giusta misura per il bello è la giusta misura per la Felicità ( eudaimonia).
Allora la buona riuscita di se stessi, secondo misura, è etica ma anche estetica.
Ma oggi, come riteneva Heidegger, Bellezza ed Amore sono “inutili”, in una società che privilegia l’utile.
I due scenari dell’inutilità, la Bellezza e l’Amore che danno un senso alla nostra vita.
