La Paideia e l’Estetica. Una introduzione.

Il termne Paideia si fa risalire al V secolo a.C. e significava far crescere e prendersi cura dei fanciulli e, quindi, diventava sinonimo di cultura e di educazione mediante l’istruzione.
Era il modello educativo vigente nell’Atene classica e prevedeva che l’istruzione dei giovani si articolasse secondo due rami paralleli: la paideia fisica, comprendente la cura del corpo e il suo rafforzamento, e la paideia psichica, volta a garantire una socializzazione armonica dell’individuo nella polis.
La paideia non poteva essere distinta dalla dimensione estetica, che riguardava l’intera dimensione sensibile (corpo, sensi, sensazioni, sensibilità) ed il rapporto con il mondo e con il Sé.
L’educazione è trasmissione ed elaborazione di conoscenze, strutturazione delle identità personali.
Dunque, incrociare la dimensione pedagogica con quella estetica, consente di approdare a un’idea di educazione e di formazione completa, perché, mentre affrontiamo il problema della trasmissione e della costruzione delle conoscenze, ci inoltriamo nell’ambito dell’affettività, dell’educazione sentimentale, della qualità del progetto e del setting pedagogico, degli scambi emozionali che caratterizzano il rapporto educativo.
La componente estetica diviene, quindi, essenziale per formulare la propria proposta educativa e formativa, perché prima di qualsiasi scelta strumentale c’è l’esigenza di presentare se stessi come protagonisti di una storia che è storia culturale di saperi, di rappresentazioni, di universi simbolici.
L’emozione estetica è l’emozione dell’incontro con ciò che ci stupisce e ci fa accorgere di esserci, è incontro di persone, di sensi, di sensibilità: è costruzione di senso a partire da un’esperienza e da un incontro.
Chi ha con l’esistenza un rapporto di tipo estetico instaura un legame con la vita più fragile, identifica il senso delle cose, degli eventi e delle relazioni secondo la loro temperatura emozionale.
Si tratta di soggetti dal cui fragile ma intenso rapporto con la vita possono generarsi doni di creatività, ed il cui destino affettivo ed esistenziale è determinato dall’opportunità di trovarsi all’interno di contesti relazionali ed educativi capaci di riconoscere, legittimare e comprendere la dimensione estetica dell’esistenza individuale e collettiva.
Si tratta di soggetti che, senza la dimensione dell’estetica, rimangono purtroppo sconosciuti e assenti dalla scena dell’esistenza.

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