Il nostro linguaggio è divenuto povero, estremamente povero. Utilizziamo parole banali, luoghi comuni, frasi fatte, che spesso non hanno un significato o, ancora, assumono un significato mutevole, che noi utilizziamo in modi diversi, per i nostri scopi. Abbiamo perso la ricchezza nel parlare e, così, abbiamo perso anche la nostra “morale” . Non vi è più ricercatezza, v’è un’accozzaglia di parole che compongono frasi messe lì, quasi per caso, non certo per scelta. A meno che non vi sia una “seconda scelta”.Più che parlare per comunicare con gli altri, usiamo parlare per ascoltarci parlare. E quanto ci piace!
La comunicazione non è più diretta, ma ambigua, ambivalente, troppe volte fuorviante ed inutile, quando non dannosa. Questa è diventata una sorta di protezione per la nostra pochezza interiore: se gli altri non ci capiscono o comprendono solo in parte ciò che stiamo comunicando loro, tanto meglio. Esattamente il contrario di quanto dovrebbe avvenire: una comunicazione dovrebbe essere sempre chiara, diretta, comprensibile. Ma oggi si deve fare spettacolo, nell’egocentrismo dell’Io, non mettere in comune il sé con gli altri. In un mondo in cui è sempre più importante apparire che essere, in un mondo in cui i rapporti interumani devono caratterizzarsi per incertezza ed inautenticità, la parola equivoca diventa essenziale. Bisogna diventare animali da palcoscenico: e gli animali ( senza palcoscenico) comunicano, a volte, molto meglio di noi, pur senza l’uso del linguaggio.
Dai salotti televisivi alla vita quotidiana il passo è breve. Ci sentiamo tutti come in un salotto: basta andare in scena. I vocabolari nelle librerie si riempiono di polvere, le menti di idee poco chiare e ben confuse.
La Verità acquista sempre meno importanza, anzi diventa scomoda, seppure sarebbe utile perchè non necessiterebbe del ricordo come, invece, la menzogna. Chi mente deve ricordare per filo e per segno le sue bugie. La Verità, invece, sta lì, indelebile, incorruttibile, ma oggi è diventata scomoda e dannosa.
Il linguaggio,dunque, è sempre più manipolabile nell’ignoranza dell’essere. Siamo diventati dei bravi venditori di fumo, dimenticando, però, che ben presto il fumo evapora e rimane solo aria.
E il sipario cala sulle miserie umane.
