Ascoltando una conferenza di Umberto Galimberti ( ed ognuno di noi dovrebbe farlo almeno una volta nella vita, anzi più d’una), è inevitabile fermarsi a riflettere sulla nostra condizione di vita. Ormai sono giunta alla convinzione che ciò non possa essere possibile ignorando la filosofia antica.
La nostra vita è infarcita d’Amore: dato, ricevuto, sprecato, mal riposto, felice, pentito. Ma in ognuno di noi c’è Amore. Nessun filosofo è riuscito a raggiungere l’essenza dell’amore come Platone. L’Amore è tutt’altro che un sentimento tranquillo e pacato, l’Amore non rasserena, l’Amore agita. L’Amore è desiderio, perchè non se ne ha mai abbastanza, è dolore se è fatto d’assenza, perchè di ciò che possiedo, ne godo, ciò che non ho, lo desidero.
L’Amore è follia, la più dolce e tormentata delle follie. La follia per Platone è di origine divina, mentre la razionalità è propria degli umani. Ma la follia del divino è molto meglio della ragione umana. L’uomo ha dovuto crearsi la ragione, perchè era necessario avere un sistema di regole, indispensabile per il vivere comune ed in comune. La ragione segue il principio di non contraddizione, secondo cui una cosa è se stessa e non altro. Ciò non corrisponde a verità ma ad utilità. Gli esseri umani adulti non folli sono prevedibili, se prendono in mano un bicchiere colmo d’acqua, è per bere: non ci aspettiamo altro. Gli esseri umani folli sono imprevedibili: un bicchiere nelle loro mani potrebbe diventare un’arma. La follia è imprevedibile, l’Amore è imprevedibile. L’Amore non può essere costruito a tavolino, non funziona come una equazione matematica. I conti spesso non tornano, non è equivalente quanto si dà e quanto si riceve. Ma per vivere è necessario acquisire la ragione. I bambini, come i folli, ne sono privi. I bambini devono apprenderla seguendo un lungo processo. All’inizio i piccoli non hanno paura di nulla, non ragionano: è l’acquisizione della ragione che li protegge. E’ la consapevolezza che a volte è necessario avere paura per proteggersi, per preservare la nostra vita. Secondo Jaspers quando ammiriamo una perla, ne ammiriamo la bellezza, dimenticando che la perla è la follia, la malattia dell’ostrica.
La ragione è quella che appartiene al nostro Io, la follia per i greci era il nostro “demone”, quello che viene fuori nei sogni e che presiede all’arte e alla bellezza. Quando si sogna il principio di non contraddizione non funziona, né quello di causalità, e neppure l’ordine del tempo e dello spazio. Se si ascolta il linguaggio degli amanti, dei veri amanti, esso è denso di follia, il linguaggio razionale diventa totalmente insufficiente, c’è sempre altro da dire, le parole non sono mai abbastanza. Per parlare d’Amore, ritiene Platone, bisogna allontanarsi dalla ragione . Amore è possessione, non si è più padroni di se stessi. Quando amiamo, avvertiamo un entusiasmo irrefrenabile dentro di noi, il demone ci possiede completamente. Ma come fare per mantenere sempre vivo l’Amore? Il segreto sta nel non disvelarsi completamente all’altro, che non vuol dire mentire o nascondere, ma continuare a suscitare nel tempo la sua curiosità. L’Amore è Metaxu, a metà tra gli dei e gli umani e può anche finire, ma quando si entra in uno stato amoroso e se ne esce, non si è più gli stessi di prima. L’Amore è ciò che ci congiunge all’altro: è il due che genera l’uno, pur vedendo e rispettando l’altro come altro da me. E se l’Amore finisce, ognuno torna nella propria solitudine.
AMORE
Un magico sentimento delicato,
flautato e soave come un fiore,
felice quando in due è appagato,
diviene forte e dolce con l’amore.