Le diete: tipologie di assurdità

Quasi tutti noi, almeno una volta nella vita ci siamo trovati a dover intraprendere un regime dietetico per motivi di salute o per ragioni estetiche. Tralascio in questa sede i regimi dietetici per motivi di salute, di solito prescritti in ambito dietologico/ dietistico e quindi appropriati al disturbo del quale il soggetto è portatore. Tralascio anche le diete condotte dietetiche per motivi religiosi. In altra sede mi occuperò del vegeterianesimo e del veganesimo. Qui, è mio intento occuparmi delle diete cosiddette ‘ assurde’, tossiche o monotone.

Le diete assurde sono quelle che solitamente vengono seguite, perché l’ autore è un personaggio famoso, indipendentemente dal fatto che abbia una competenza professionale in tal senso. Anzi, il più delle volte non la ha e neppure ha sperimentato personalmente queste diete. La maggior parte di queste diete promette una perdita di peso veloce, per ottenere la quale si è disposti a sacrifici estremi e, purtroppo, vani. Si tratta, infatti, di diete squilibrate, fondamentalmente iperproteiche, in quanto l’ assunzione di alte quantità di questi macronutrienti determina una perdita veloce di peso: assumere proteine in grande quantità, ovviamente come regime dietetico esclusivo, determina uno stato di chetosi, ossia la produzione di corpi chetonici, che consente di bruciare velocemente i depositi adiposi. Sono, solitamente, le diete dell’ ultimo momento, intraprese in primavera/ estate in vista della fatidica prova costume. Al di là del particolare assolutamente non trascurabile del sovraccarico renale, e quindi della necessità di bere grandi quantità di acqua per aiutare i reni a smaltirle, si tratta di diete che, appena interrotte, determinano una riacquisizione di peso, addirittura superiore a quello che la bilancia segnava prima della dieta. Esistono poi altre diete assolutamente illogiche, come quella del pompelmo, della pesca sciroppata, del limone, dell’ aglio, che non hanno, appunto, nessun razionale nella loro formulazione. Le diete tossiche sono quelle che prevedono, ad esempio, l’ assunzione di alcuni tipi di drive. Non a caso utilizzo tale termine, peraltro traducibile con il nostro ‘ farmaci’, in un’ altra accezione. Un tempo, fino ad una ventina di anni fa, erano in voga le anfetamine, regolarmente prescritte dai dietologi, in quanto promettevano ( e mantenevano la promessa) di una perdita veloce di peso, senza avvertire la fatica fisica derivante dal seguire un regime dietetico ristretto, in quanto tali sostanze, ora a tutti gli effetti sostanze di abuso e quindi non più in vendita come prodotti farmaceutici, inibivano il centro della fame e chi li assumeva non avvertivano il bisogno di nutrirsi, oltre che perdere il bisogno di dormire. Queste sostanze, per tale motivo, erano molto utilizzate dagli studenti sotto esame, mantenendo lo stato di veglia e, apparentemente, l’ attenzione.

Al giorno d’ oggi se si utilizzano farmaci, si tratta di antidepressivi, dei quali si sfrutta l’ effetto collaterale, peraltro transitorio, di provocare nausea, che, quindi, fa mangiare meno di prima. Ma, vale la pena aggiungere, se è presente un sottolivellamento del tono dell’ umore, come avviene spesso, un suo miglioramento determina anche una maggiore aderenza ad un regime dietetico ipocalorico.

Ricordo, inoltre, l’ uso peraltro incongruo ed inutile, di lassativi e diuretici che determinano una perdita di peso solo illusoria, causando soprattutto perdita di liquidi che vengono rapidamente reintegrati.

Esistono poi altre tipologie di diete dimagranti non equilibrate, come quelle dissociate o quelle monotone, che prevedono l’ assunzione ripetuta e protratta di un unico tipo di alimento. Esse solitamente vengono abbandonate velocemente proprio perché è difficile tollerarle a lungo, a meno che alla base non vi sia un disturbo del comportamento alimentare, latente o conclamato.

In conclusione, non esistono diete miracolose, la dieta va considerata uno stile di vita che comprenda un equilibrato alternarsi dei vari tipi di nutrienti e dando la preferenza agli zuccheri complessi rispetto a quelli semplici, perché maggiormente sazianti e per un tempo più lungo, determinando minori picchi di insulina, responsabili dello stimolo alla fame.

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