Alimenti transgenici: il nostro futuro?

I cibi transgenici ( dal latino trans in latino, ossia oltre, al di là, quindi “al di là dei geni”) rappresentano dei prodotti alimentari ottenuti da Organismi Geneticamente Modificati (OGM) grazie alle tecniche messe a punto dalla biologia moderna.
L’industria alimentare ha deciso di “modificare” gli alimenti in modo che contengano degli ingredienti che possa produrre un beneficio aggiuntivo per la salute.
Questi sono: gli alimenti “funzionali”, le cui caratteristiche risiedono nel produrre degli effetti fisiologici e benefici per la salute. Si tratta di alimenti di origine vegetale, la soia, l’avena, i semi di lino e di alimenti di origine animale, come i latticini, il vitello.
Gli alimenti transgenici sono quelli ottenuti dai vegetali, dai microorganismi o dagli animali, in cui è stato modificato il materiale genetico, con l’obiettivo di ottenere un prodotto “migliore” rispetto a quello originale.

Cosa è un gene? Ogni cellula, animale o vegetale contiene nel nucleo delle molecole che sono dette acidi nucleici. Nel nucleo è presente il DNA, con la tipica disposizione a doppia elica, contenuto nei cromosomi (dal greco chroma, che significa colore e soma che significa corpo; infatti questi corpuscoli hanno la proprietà di colorarsi quando vengono trattati con particolari sostanze che li rendono visibili al microscopio). Un gene contiene il codice per la produzione di una proteina.
Ogni specie vivente è caratterizzata da un determinato numero di cromosomi: l’uomo, ad esempio, ne ha 46. Anche l’RNA è un acido nucleico presente nella cellula, ma ha una forma e una funzione diversa da quella del DNA.
Ciascun cromosoma, a sua volta, è formato da centinaia di unità minori ognuna delle quali controlla una determinata caratteristica dell’individuo. Le piccole unità che compongono i cromosomi sono dette “geni” (da un termine greco che significa “generatori di”) e da essi deriva il nome di quella parte della biologia che studia la trasmissione dei caratteri ereditari, la genetica.
L’informazione genetica viene tradotta, attraverso un processo biochimico in proteine, cioè in molecole che costituiscono la cellula. Alcune sono le cosiddette proteine strutturali, altre, invece, servono a fabbricare o trasformare molecole più piccole, a procurare energia alla cellula, a costruire DNA e RNA e altre proteine, e sono gli enzimi.

Il codice genetico è universale nel senso che non esistono strutture genetiche specifiche per ogni animale o pianta. Proprio grazie a questa universalità dei geni è possibile trasferire un gene da un organismo ad un altro e indurlo ad agire all’interno della nuova dimora. L’insulina umana per uso medico, ad esempio, oggi è prodotta da batteri nei quali è stato introdotto lo specifico gene estratto dalle cellule dell’uomo.

Nel 1951 due biologi americani, Norton D. Zinder e Joshua Lederberg trasferirono materiale genetico da un batterio ad un altro attraverso l’azione di virus che fungevano da vettori. La tecnica fu detta trasduzione e diede l’avvio all’ingegneria genetica.
Attualmente l’ingegneria genetica è molto praticata e consiste in un insieme di tecniche che manipolano le molecole che formano i geni, modificandole, ricombinandole fra loro, costruendone di nuove e trasferendole da una cellula ad un’altra. Si possono, così, creare i cosiddetti organismi transgenici. Le biotecnologie si possono applicare sia agli animali che alle piante, ma è più facile applicarle sui vegetali che hanno una genetica più semplice.
Nell’antichità si selezionavano le specie più adatte, quelle più resistenti a un determinato parassita e quelle che davano i raccolti più abbondanti, mentre si scartavano le altre: questa ricerca delle piante più utili all’uomo rappresenta la prima forma di miglioramento genetico.
Un passo in avanti in questo campo venne ottenuto con l’introduzione della tecnica dell’ibridazione che consiste nell’incrociare una pianta con un esemplare di varietà diversa o, quando è possibile, addirittura di specie diversa.
Con l’incrocio operato dall’uomo si possono riunire in un’unica pianta le caratteristiche di piante diverse.
Attraverso l’ingegneria genetica è possibile manipolare le cellule e perfino le singole molecole che contengono i caratteri genetici di tutte le specie animali e vegetali. Si sono, così, aperte nuove strade alla produzione di farmaci e di culture agro-industriali.

La riproduzione di cellule vegetali in vitro ha portato il vantaggio di ottenere centinaia di migliaia di piante nel giro di pochi mesi e tutte uguali fra loro e quindi tutte con le caratteristiche desiderate, assicurando un alto grado di omogeneità del prodotto e risolvendo il problema dei parassiti e delle malattie.

A volte le piante ottenute dalle cellule riprodotte in provetta non sono del tutto identiche all’originale e questo è dovuto alle mutazioni, ossia a quegli eventi naturali e spontanei in seguito ai quali un determinato carattere genetico subisce un cambiamento.
Per quanto riguarda i cibi transgenici, sono sollevati molti dubbi sulla loro innocuità, come quelli di avere effetti tossici sull’uomo o di provocare danni all’ambiente, a causa della presenza del gene esogeno, ma che, invece, introdotto nella pianta, anziché produrre danni potrebbe essere benefico e rimuovere per esempio alcuni fattori negativi presenti nelle piante non modificate, come nel caso delle allergie.
I controlli sulla sicurezza dei cibi transgenici si basano sul concetto di equivalenza sostanziale che consiste nel verificare che la composizione chimica di un prodotto di origine transgenica sia la stessa dell’equivalente ottenuto con le tecniche normali. Se la formula chimica coincide il prodotto transgenico viene considerato innocuo per la salute umana, come lo è quello naturale, anche se non tutti i chimici concordano sulla validità di questo metodo.
Per concludere si può affermare che non c’è prova alcuna di danni alla salute collegati al consumo di OGM. I rischi legati al consumo di alimenti derivati da organismi geneticamente modificati non hanno mai trovato alcun riscontro scientifico. La più evidente dimostrazione della innocuità di questi cibi è rappresentata dal fatto che da oltre un trentennio in tutto il mondo, e naturalmente anche in Italia, vengono consumati senza che ci sia stata la pur minima conseguenza.

Grazie alla bioingegneria, si sono prodotti organismi resistenti a malattie e parassiti, e raccolti più ricchi. In medicina i risvolti sono importantissimi, se si pensa alla produzione di grandi quantità di insulina e dell’ ormone per la crescita.

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