L’elevata prevalenza di sovrappeso e obesità infantile costituisce un problema di sanità pubblica a livello mondiale. L’obesità, infatti, rappresenta in ogni età della vita un importante fattore di rischio per lo sviluppo di malattie croniche e, se presente sin dall’età pediatrica, si associa ad una ancora più precoce insorgenza di patologie più tipiche dell’età adulta. Le ripercussioni, sia a livello di salute personale che in termini sociali è alla base della necessità di intraprendere interventi incisivi per contrastare la diffusione del fenomeno.
La Childhood Obesity Surveillance Initiative della Regione europea dell’Oms ha evidenziato valori di sovrappeso e obesità in bambini di 6-9 anni che variano dall’ 11% al 37% nei maschi e dal 15% al 35% nelle femmine. In Italia uno studio ( Okkio alla Salute) ha evidenziato nel 2017, i seguento dati:
• per l’obesità si è passati dal 12% del 2008/2009 al 9,3% del 2016, con una diminuzione relativa del 22,5%,
• per il sovrappeso si è passati dal 23,2% del 2008/2009 al 21,3% del 2016, con una diminuzione relativa dell’8% .
Un dato, questo, che conferma la lenta ma costante diminuzione del fenomeno.
La rilevazione effettuata nel 2016, infatti, aveva messo in luce la diffusione tra i bambini di abitudini alimentari errate, seppure con un miglioramento per quanto riguardava il consumo di frutta e/o verdura che era aumentato ed il consumo di bevande zuccherate e/o gassate che era diminuito. nonostante questo una dieta bilanciata rappresenta comunque uno degli obiettivi più difficili da ottenere a tavola e questa tendenza si associa anche alle scarse attitudini sportive e alla sedentarietà dei bimbi italiani, anche se negli anni più recenti qualcosa sta cambiando. Confrontando i dati regionali (raccolti nel 2014) della prevalenza di sovrappeso e obesità, si osserva un gradiente Nord-Sud, a sfavore delle Regioni meridionali. A livello regionale, si è dimostrato fondamentale un intervento di prevenzione ed informazione con il coinvolgimento della scuola e della famiglia attraverso programmi integrati, diretti ad aspetti diversi della salute del bambino, come l’ alimentazione, l’attività fisica, e l’adozione di stili di vita più sani. La metodica di adottare sane abitudini alimentari con un più importante coinvolgimento dei genitori, la distribuzione di alimenti sani e l’aumento di ore per l’attività sportiva potrebbero costituire dei pilastri fondamentali per cercare di affrontare il problema. Spesso, inoltre, i genitori mostrano una scarsa percezione oggettiva dello stato ponderale dei propri figli, oppure, in alcune culture, soprattutto meridionali, dare ai figli tanto cibo è equivalente al nutrirli d’amore. In questo senso sarebbero importanti interventi sanitari, già in atto in alcune zone, diretti all’acquisizione di una maggiore consapevolezza da parte dei genitori, che fornire sin dalla più giovane età, una esagerata quota calorica, non potrà che essere fonte di problemi nei figli nel presente e nel prossimo futuro.
