Il Disturbo da alimentazione incontrollata e possibili comorbidità

Il Binge Eating Disorder (BED) è il disturbo alimentare che si trova più diffusamente rappresentato negli USA, nel Regno Unito e in Europa.

La “National Eating Disorders Association” (NEDA) sostiene che affligga il 3.5 % delle donne e il 2 % degli uomini nel corso della loro vita, mentre non sono emersi dati significativi rispetto all’età di insorgenza. La comorbidità più nota, a lungo termine, riguarda l’insorgenza, se protratto nel tempo, di quadri di obesità più o meno grave, ma anche di Diabete di tipo 2 e di Ipertensione arteriosa. Studi condotti nel 2015, hanno evidenziato anche una comorbidità con disturbi sul versante psichico, come disturbi d’ansia, depressione dell’umore e disturbi bipolari.

In particolare è stato evidenziato che laddove il BED coesista con un disturbo bipolare, il decorso del primo e la sua prognosi siano peggiori. Questo per una serie di fattori facilmente comprensibili, tra cui spiccano la necessità di un trattamento farmacologico adeguato per il disturbo dell’umore che, spesso, però, predilige farmaci che favoriscono l’aumento dell’appetito. Sebbene si sappia che nel BED in realtà, più che un aumento dell’appetito, si abbia una perdita di controllo sul cibo, comunque il trattamento farmacologico non migliora il “sintomo” alimentare. Bisognerebbe, quindi, prediligere farmaci stabilizzatori che siano “neutri” dal punto di vista alimentare, per evitare di peggiorare il quadro clinico generale o, addirittura, portare il paziente ad un abbandono del farmaco.

Altri fattori di tipo personologico sono alla base di una sorta di affaccendamento compulsivo sia nel cibo come nei comportamenti disorganizzati e nella spiccata ipertimia di questi individui.

Il Disturbo bipolare dell’umore si associa anche alla Bulimia nervosa, con o senza condotte di eliminazione ( 2019). In ogni caso riveste importanza fondamentale una diagnosi precoce di entrambi i disturbi per poter intervenire il prima possibile con una cura adeguata. La diagnosi non può prescindere dallo stabilire una relazione terapeutica che, come non mai, è essenziale in psichiatria. Essa si fonda sul dialogo, sull’empatia, sulla compartecipazione alle problematiche altrui, seppur conservando quella distanza necessaria per rimanere se stessi.

 

Il cibo per alcuni pazienti affetti da Disturbo bipolare rappresenta una forma di autocura del dolore interiore, che, però, alla lunga, non fa che peggiorare il quadro psicofisico complessivo, con l’insorgere di sensi di colpa e con il veder crescere peso corporeo. Oltre al trattamento farmacologico è certo di fondamentale importanza un trattamento psicoterapico. Se la psicoterapia ad orientamento analitico è utile per comprendere le motivazioni alla base del disturbo, la terapia cognitivo-comportamentale offre delle strategie comportamentali di più rapido utilizzo da parte del paziente.

Riferimenti bibliografici

Becker, D. F., & Grilo, C. M. (2015). Comorbidity of mood and substance use disorders in patients with binge-eating disorder: associations with personality disorder and eating disorder pathology. Journal of psychosomatic research, 79(2), 159-164. [PDF file] 

Berkman, N. D., Brownley, K. A., Peat, C. M., Lohr, K. N., Cullen, K. E., Morgan, L. C., … & Bulik, C. M. (2015). Management and outcomes of binge-eating disorder. Retrieved April 15, 2020

McAulay, C., Hay, P., Mond, J., & Touyz, S. (2019). Eating disorders, bipolar disorders and other mood disorders: complex and under-researched relationships. Journal of eating disorders, 7(1), 32.

Lascia un commento