La Filosofia come cura secondo i filosofi greci



Stamattina andando al lavoro in macchina ho ascoltato un intervento della Prof.ssa Arianna Fermani, docente di Filosofia antica nella scuola di Macerata, tenuto nella sede della Scuola di Roccella ionica. L’avevo già ascoltato altre volte, ma spesso continuare a “sentire” la Filosofia mi accompagna nei viaggi e non solo. Stamattina, in particolare, mi sono trovata a riflettere su quanto sia vero che la Filosofia possa essere in grado di curare. Da studenti delle scuole superiori, a meno che non si provi una passione spiccata per la materia, siamo stati portati a pensare alla Filosofia come ad una materia astratta, come ad una serie di elucubrazioni mentali che, in fondo, rimanevano fini a se stesse. Quante volte ci hanno detto:” Ma vivi con filosofia!”, come se vivere con filosofia significasse vivere in modo spensierato. Invece, la Filosofia penetra fino a permeare il nostro essere. Non è mia intenzione in questa sede, citare i filosofi greci che se ne sono occupati, ma non solo i greci a partire da Platone e da Aristotele e poi quelli dell’età ellenistica, che molto si sono adoperati per descrivere le motivazioni per cui la filosofia abbia una funzione terapeutica per l’uomo, sia per quanto riguarda il corpo che per quanto riguarda l’anima ( menziono solo il tetrafarmaco di stampo epicureo). Ne ho potuto riscontrare l’efficacia su me stessa. La scelta di intraprendere il corso di laurea triennale in Filosofia, quando per me erano già passati i cinquant’anni, non è stata casuale in quella fase della mia vita. Non si è trattato solo di una promessa silenziosa fatta a mio padre, che la amò allo stesso modo in cui amò mia madre e me. Si trattava di un momento della mia vita in cui avevo bisogno di fermarmi a pensare. Perchè il “pensare” filosofico stimola anche la riflessione su se stessi, che non è del tutto scontata ai tempi del liceo quando non si studiano i filosofi ma la Storia della Filosofia. Fermarmi a riflettere sulla mia vita, prendere tempo senza perdere tempo e conciliare non senza fatica lavoro e studio, mi ha aperto la mente verso nuovi orizzonti. Mi ha insegnato la calma, necessaria a prendere delle decisioni che non erano affatto semplici. Mi ha insegnato che il bene non è solo bene ed il male non è solo male, e che entrambi si possono declinare in molti modi come sosteneva Aristotele, ma che ogni evento che accade e del quale possiamo non comprendere il significato ed il senso nell’immediato, nel tempo si disvela con chiarezza. La Filosofia per me è stata soprattutto cura dell’anima,ferita da un percorso difficile di vita, che non riuscivo ad accettare, capendo poi che non volevo accettare di aver sbagliato strada, mentre mi intestardivo in una via senza uscita. La Filosofia mi ha insegnato a lasciar andare il superfluo e soprattutto ciò che era dannoso, con calma, senza fretta. Con la tranquillità necessaria per prendere quella decisione. Certo la Filosofia ha curato i miei momenti di crisi, in cui ero tutt’altro che tranquilla, la mia rabbia, il rancore, le acredini che si creano inevitabilmente quando i rapporti interumani stridono. Ne porto ancora le cicatrici, ma anche qui la Filosofia mi ha insegnato che le cicatrici ( dell’anima e del corpo) vanno portate con fierezza a ricordarci e siamo stati feriti e che dobbiamo evitare di esserlo ancora, ma siamo anche guariti, che la ferita era aperta e si è rimarginata. In questo la Filosofia è leggera sì, ma perchè ci alleggerisce del peso della vita.

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