La sfortuna ( e le opportunità ) di lavorare con un collega narcisista

Molto s’è detto e letto sulle relazioni sentimentali che si possono, sfortunatamente, intessere con persone che sembrano ( e solo apparentemente sono) splendide, per poi rivelarsi dei megalomani, autoreferenziati, affetti da tratti narcisisti di personalità o da un disturbo vero e proprio.
Molto si è detto e letto, perchè si è portati a prendere le parti della vittima di una relazione sentimentale malata e di far emergere la vera natura della persona che ci ha profondamente ferito nei sentimenti e nell’autostima.
Il narcisista che gestisce una relazione sentimentale lo fa esclusivamente per il proprio tornaconto. La sua arte è quella di sedurre ed imbrigliare nella rete qualcuno da adulare ed osannare dapprima perchè si innamori e, successivamente, di denigrarlo, rendendolo una vittima disorientata rispetto al proprio essere. Se non si intuisce subito il suo gioco, se ne resta profondamente dipendenti e si fa fatica a staccarsi velocemente da persone simili. Il ricordo dei periodi ( pochi, di solito) belli e la ricerca spasmodica ed inutile, che essi ritornino, continua ad essere un tormento per la vittima nei momenti bui. Il narcisista ha vinto, in questi casi, il suo gioco con i sentimenti altrui. Non si tratta di persone sciocche ( le vittime), spesso sono anche intelligenti, ma certo devono avere qualche punto di vulnerabilità, su cui far leva per tenerle attratte a sé. Di solito si tratta di persone più giovani e più belle, perchè il narcisista, peraltro spesso anche vanesio, sembra volersi appropriare della bellezza ( e/o del fascino) altrui per farli propri, come se tali qualità si tramettessero per infusione, cadendo nel ridicolo quando la differenza degli anni non diventi così evidente da renderlo ancora più vecchieggiante di quanto non lo sia realmente. Se la relazione dura anni: c’è da augurarsi che la vittima, invece, apra gli occhi per tempo.
Molto meno si è parlato del negativismo che esercita il narcisista sul luogo di lavoro, forse perchè meno eclatante e più sottile. Sicuramente più esplicito se si tratta di un superiore che tende a comandare ed al quale non è facile non obbedire o comunque contrastare, ma se si tratta di un collega alla pari è meno facile riconoscerlo.

L’ intento di questa persona è quello di farsi strada, migliorare la sua qualifica o posizione, aver maggior risalto in ambito lavorativo, nutrendo un’ambizione sfrenata, che gli fa utilizzare ogni mezzo a sua disposizione, per cui è disposto ad utilizzare tutti i mezzi possibili, anche quelli meno leciti. La sua mente è decisamente più concentrata su come emergere sugli altri, che su come svolgere al meglio il suo lavoro. Divorato da una profonda invidia, se un collega è più stimato di lui, se ha capacità migliori delle sue ( che peraltro non ammetterà neppure a se stesso, ritenendo che i successi dei colleghi siano dovuti a fortuna piuttosto che a vere capacità professionali), farà di tutto per sabotare il lavoro altrui. Se l’altro riesce per doti particolari, per applicazione ( vera) o per altre buone qualità, questo genererà in lui una profonda invidia, anche perchè i narcisisti non amano la competizione, a meno che non sappiano a priori di uscirne vincenti. Se hanno dei dubbi sulla loro vittoria, non competono ma cercano di “asfaltare” l’avversario o presunto tale.
Apparire per il narcisista è tutto, l’essere è una conseguenza ed egli utilizzerà qualsiasi mezzo per emergere e, spesso, non avendone capacità, butterà fumo negli occhi altrui mostrandosi per quello che non è: amichevole, gentile, affabulatore, inizialmente, salvo poi denigrare il collega fino ad attribuirgli la responsabilità di un fallimento lavorativo che, invece, ha molto probabilmente creato lui, sabotando quel progetto.
L’altro va eliminato, se può costituire un problema, se il confronto continuo con chi potrebbe emergere per vere capacità, rischia di offuscare la sua immagine.
Tutto ciò per il narcisista è intollerabile, fino ad arrivare ad azioni di mobbing o a danneggiare gli altri con false accuse o costruendo false denigrazioni.
Il problema è che il suo atteggiamento ( falsamente) amichevole gli crea un pubblico più o meno vasto che lo applaude e ne prende le parti e che non comprende di rappresentare per lui solo una pedina che utilizza fino allo scacco matto.
In realtà il narcisista si sente un debole, senza la sua teatralità sarebbe un fallito, un insicuro, un incapace, o comunque dotato di molte meno capacità di quelle che millanta.
Il suo opportunismo lo porterà ad essere molto gentile quando avrà bisogno degli altri, ma ci sarà sicuramente occasione di denigrarli apertamente quando non gli saranno più utili. O, meglio ancora, non farlo apertamente, ma ordire trame alle loro spalle, contro di loro, per metterli in cattiva luce. L’abilità è tale che coloro con i quali lo farà, mentendo, non si accorgeranno subito delle menzogne, peraltro assolutamente plausibili, se non quando potrà accadere che vengano a sapere da altri che, a loro volta, sono stati oggetto di false critiche da parte sua. Al narcisista ‘ spiace’ arrecare danno agli altri? Assolutamente no, l’empatia non è certo una sua dote, se non fingendola. Si scuserà con gli altri? Assolutamente no, e se lo farà, sarà attribuendo ad altri colpe non sue ma concernenti situazioni in cui si è trovato coinvolto.
La sua necessità di essere di continuo ammirato, purtroppo, coinvolgerà spesso gli altri a gratificarlo, anche perchè si è spesso portati ad incoraggiare l’altro, ritenendo che abbia bisogno di gentilezze e di stimoli e, invece, si è ben lontani dal ritenere che questo gli serva solo ad accrescere il suo narcisismo.
Il senso di soddisfazione e di benessere, anche se l’apparenza inganna, sono sentimenti dei quali il narcisista è privo, l’insoddisfazione perenne ed il volere sempre di più, lo porta ad invidiare, invece, chi è genuinamente felice con poco. Il narcisista è incapace di provarli, quindi detesta tutti coloro che invece hanno raggiunto il benessere interiore ed esteriore.
Solitamente tali soggetti preferiscono fare tutto da soli, a meno che l’essere incompetenti non li porti a servirsi degli altri per i propri scopi, salvo poi addossare agli altri la colpa se qualcosa va storto. Mai mostrare loro un cedimento, fare loro una confidenza su un vostro problema: li utilizzerà, appena possibile, contro di voi. E, se potrà, per farvi risultare agli occhi del superiore un inetto o colpevole di errori che, invece, lui stesso ha compiuto per potervi accusare.
Non si tratta di soggetti in grado di lavorare in una equipe, ma l’equipe è loro funzionale per rafforzare il loro ego.
Gestire un collega così fatto non è semplice. L’affronto e lo scontro diretto non giovano, anzi lo indispettiscono. L’adulazione non è neppure fruttuosa, perchè ammirare tali soggetti li porterà ad approfittarsi degli altri sempre di più. Ironizzare può tornare utile, in modo da disorientarli: “impazziscono” se non sono certi che l’altro li ammiri davvero o se si sta prendendo gioco di loro.
L’ideale sarebbe potersene allontanare, ma non sempre è semplice perchè questo potrebbe comportare doversi cercare un nuovo lavoro. Allora bisogna conviverci fino a quando è possibile, perchè è, invece, probabile che siano loro ad asfaltarvi, causando un vostro allontanamento lavorativo. Se, inizialmente, questo provoca, inevitabilmente, rabbia e frustrazione, col tempo vi porterà a capire che quella che sembrava ( e lo era) una strategia malefica, si è rivelata, poi, per voi una vera opportunita’ di crescita.

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