Le teorie che, nel corso degli anni, sono state formulate per spiegare quali fossero i fattori responsabili del processo dell’invecchiamento, sono molteplici. Così come molteplici sono le teorie volte a cercare di contrastare, o almeno limitare i danni di questo processo. In particolare mi è parsa interessante la teoria di D. Harman ( 1916-2014), un medico americano, che ha puntato l’attenzione nei suoi studi sui radicali liberi dell’O2. Cosa sono questi radicali liberi? Essi rappresentano dei prodotti dannosi del nostro organismo, delle molecole tossiche, potremmo dire, che si accumulano, causando dei danni all’organismo, se non vengono eliminati. A livello cellulare esistono dei sistemi, come la catena respiratoria mitocondriale, che rappresentano una sorta di bersaglio di queste molecole che possono andare a ledere la struttura stessa del mitocondri, tramite lo stress ossidativo. Un organismo più giovane ha maggiori possibilità di eliminare queste sostanze, un organismo che invecchia ne ha meno e questo è fisiologico, ma esistono delle molecole e/o dei sistemi enzimatici con attività antiossidante, in grado di favorirne l’eliminazione. A livello cellulare, infatti, in esperimenti condotti sugli animali, è stato visto che i mitocondri, organelli indispensabili nella catena respiratoria, allorquando vi era questo processo di accumulo, perdevano le criste, che rappresentano delle invaginazioni sulle quali sono presenti le strutture deputate alla produzione di energia cellulare sotto forma di ATP. Quindi, invecchiare, per la cellula e dunque per l’uomo, significa avere meno energia da spendere e minore capacità di rispondere agli stress ambientali. Questo è un processo irreversibile? Sicuramente una cellula che invecchia, fisiologicamente appare meno dotata di meccanismi di espulsione di sostanze tossiche e si può creare un circolo vizioso che, dal maggiore accumulo, determina una minore espulsione; ma questo non vuol dire che non si possa far nulla per contrastare questo processo. Non diamo troppa importanza ai fattori genetici, che ci danneggiano per il 25% circa, mentre i fattori comportamentali incidono per il 75%. L’invecchiamento, infatti, dipende soprattutto dall’ambiente che ci circonda, dallo stile di vita che conduciamo e da altri fattori esterni che, adeguatamente supportati, possono aiutarci ad invecchiare meglio. Da qui l’importanza di una corretta alimentazione, della qualità degli acidi grassi presenti nella nostra dieta e degli antiossidanti alimentari.
Gli acidi grassi alimentari possono incidere sulla composizione delle membrane biologiche, sui livelli di stress ossidativo che va a danneggiare le membrane, e, quindi, sulla capacità respiratoria mitocondriale, che determina la produzione di ATP.
Quali acidi grassi prediligere nella nostra dieta? Sicuramente non quelli saturi ( cosiddetti perchè presentano legami singoli nella loro struttura), fondamentalmente di origine animale, che determinano un aumento dei livelli di colesterolo ed il rischio di incorrere in patologie a livello del sistema cardiovascolare in genere, ipertensione arteriosa, ictus e diabete di tipo 2. Gli acidi grassi insaturi ( mono e poliinsaturi), invece, che a livello molecolare presentano almeno un doppio legame ( il primo tipo), sono meno rischiosi in questo senso, anzi alcuni, come l’olio d’oliva ( monoinsaturo) sono addirittura utili per limitare i danni nel processo di invecchiamento.
Riassumendo: per contrastare o almeno limitare il processo di invecchiamento è importante:
1. Avere una corretta alimentazione ( ad esempio, prediligere la Dieta Mediterranea, che sottolinea l’importanza di alimenti di tipo vegetale, che favorisce una riduzione dello stress ossidativo, ed influisce positivamente sul Microbiota intestinale, del quale ho parlato in un altro articolo, limitando quelli di origine animale; la Dieta Giapponese, anch’essa povera di grassi e ricca di alimenti vegetali, ma anche di carboidrati, che non vanno mai demonizzati, a patto che vengano assunti nelle giuste quantità e sotto forma di carboidrati complessi; la Dieta Vegetariana, povera di grassi e ricca di fibre e la Dieta Mima Digiuno, che, è stato visto, essere fondamentale per l’eliminazione di sostanze dannose alle nostre cellule, in quanto, in una sorta di processo autofagico, l’organismo, avendo poco altro di cui nutrirsi, metabolizza ed espelle le sostanze tossiche. Una alimentazione sana deve comprendere anche sostanze nutraceutiche, come i beta-glucani, i polifenoli e complessi vitaminici, per la prevenzione di malattie croniche, assieme all’assunzione di acidi grassi omega 3)
2. Uno stile di vita sano, compresa una costante attività fisica, ognuno secondo le proprie possibilità. Questo ci dà la possibilità di invecchiare meglio, perchè non è tanto importante essere più longevi, ma avere una buona qualità di vita
3. Non trascurare mai che ” mens sana in corpore sano”: non è importante solo mantenere in buone condizioni il nostro fisico, ma anche la nostra mente, anche se, in definitiva, la salute dei due va di pari passo.
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